Crisi: 610 mila divorziati pagano ancora mutuo casa coniugale

17 Febbraio 2014   15:17  

Mai come in tempi di crisi economica separarsi non e' un buon affare. Questa e' la sintesi dell'indagine condotta per Immobiliare.it dall'Istituto di ricerca Demoskopea che ha intervistato un campione rappresentativo dei circa 2.700.000 divorziati e separati italiani per evidenziare le conseguenze che una separazione ha sull'economia personale, con un'attenzione particolare all'argomento casa.

Complessivamente in Italia 610.000 divorziati stanno ancora pagando le rate del mutuo ottenuto per comprare la casa coniugale (22,6%), ma se ad un anno dalla fine della relazione questa percentuale sale fino al 54,7%, fra chi e' separato da piu' di cinque anni crolla al 5,4%. Dopo la fine del matrimonio piu' della meta' delle persone prova a chiedere un nuovo mutuo alle banche (46,2% del campione, equivalente a 1.248.000 persone), ma quasi la meta' di loro si e' visto negare la concessione.

Il 42,2% dei divorziati denuncia una condizione economica peggiorata dopo la separazione, soprattutto durante il primo anno (45,3%) e proprio l'impossibilita' di far fronte alle spese di una nuova casa spiegano come mai, nei primi dodici mesi successivi alla fine del matrimonio, il 57,8% dei separati dichiari di abitare ancora sotto il tetto coniugale. Quello che ha messo in luce l'indagine di Demoskopea condotta per Immobiliare.it e' come il campione di chi, sia pure separato, vive ancora nella casa matrimoniale sia equamente suddiviso tra uomini (51,5%) e donne (48,5%), segno che la crisi costringe molte coppie ad accettare la condizione di separati in casa, in attesa di trovare una soluzione alternativa e, soprattutto, sostenibile economicamente.

Se in molti casi, quando la coppia scoppia, la soluzione abitativa preferita e' quella dell'affitto di un'altra casa (26,6% dei separati da meno di un anno), e' importante evidenziare come addirittura il 10,9% dei separati sia costretto a tornare a vivere nella casa dei propri genitori, dimostrando come la famiglia di origine sia, in caso di separazione, un'ancora di salvezza anche economica tanto per gli uomini quanto per le donne visto che, nell'uno come nell'altro caso, la percentuale di quelli che tornano in casa coi genitori e' identica. 

I dati relativi alle condizioni economiche sono stati molto influenzati dalla provenienza geografica degli intervistati, rivelando alcune differenze importanti fra le varie aree del territorio. Le case al Centro Italia costano piu' che altrove (in media 2.718 euro/mq) ed e' proprio qui che, di conseguenza, i separati si sentono piu' poveri (52,4% degli intervistati). Godono di condizioni economiche migliori gli italiani divorziati che vivono al Nord-Ovest del Paese: tra di loro solo il 34,3% dichiara di risentire delle conseguenze della separazione sulle sue proprie finanze, molto probabilmente perche' e' proprio nel Nord Ovest che le donne lavoratrici sono piu' numerose, e quindi economicamente piu' indipendenti, e dove e' meno sentita la differenza di salari fra uomini e donne.

L'indagine condotta da Demoskopea per Immobiliare.it ha evidenziato come, per mettere fine alla diatriba che chi si separa deve spesso affrontare riguardo alla proprieta' dell'abitazione, servano in media cinque anni. Se il 39,6% del totale del campione intervistato risulta essere ancora proprietario dell'abitazione, la percentuale scende notevolmente fra chi si e' separato da oltre cinque anni arrivando solo al 23%, tutti gli altri hanno evidentemente raggiunto un accordo con l'ex coniuge o venduto la casa a terzi. 


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