Fossero vere, le dimissioni di Biondi sarebbero il primo gesto compiuto dal Sindaco nel reale interesse della città, ormai paralizzata dalla sua incapacità politica ed amministrativa.
Purtroppo però queste dimissioni vere non sono, e rappresentano solamente l'ennesimo capitolo della vergognosa lotta di potere che la destra combatte sulla pelle dei cittadini aquilani dal giorno delle elezioni comunali.
Neanche l’approssimarsi del decennale della tragedia del 6 aprile riesce a trasmettere al primo cittadino e alla sua maggioranza un minimo di senso di responsabilità e di pudore.
È sempre più chiaro che L'Aquila per loro ha rappresentato e rappresenta soltanto un trampolino di lancio da utilizzare per strappare incarichi e conquistare altre postazioni, più di prestigio e soprattutto meglio retribuite. Un tutti contro tutti in cui l'ultima cosa che interessa è l’amministrare una città dimenticata dal governo nazionale (come il sindaco ha ammesso in una conferenza stampa retorica come non mai e caratterizzata, oltre che dal solito vittimismo, dalla lunga elencazione del nulla che l’amministrazione ha prodotto in 2 anni) e che è ormai senza guida, con la ricostruzione pubblica al palo, la privata che va frenando in maniera preoccupante, l'economia ferma, e neanche uno straccio di idea su un futuro ancora tutto da costruire.
L'Aquila e gli aquilani non meritano più di assistere a questo squallido spettacolo. Il sindaco dimostri per una volta coerenza, abbia un sussulto di dignità e si dimetta davvero.