La trattativa sul programma è decollata. Nel lungo vertice a Palazzo Chigi con Giuseppe Conte, Pd e M5S hanno cominciato a sciogliere il grumo che da un giorno stava bloccando il dialogo. E che aveva portato il premier incaricato a ventilare addirittura la possibilità di rinunciare al mandato. Il quadro si è chiarito anche grazie all'incontro al Quirinale che ha aperto una giornata tutto sommata fruttuosa. In un'ora e più di faccia a faccia, Conte ha confidato a Sergio Mattarella tutte le preoccupazioni per le liti fra i promessi alleati. Gli ostacoli restano infatti tanti e si concentrano sempre più sulla composizione della squadra di governo. In serata entra in gioco Beppe Grillo e lo fa a gamba tesa sui suoi mentre scolpisce nella pietra l'endorsement definitivo all'alleanza con il Pd: "mi rivolgo al Pd. Alla base dei ragazzi del Pd, è il vostro momento questo, abbiamo un'occasione unica, Dio mio, unica. E allora cerchiamo di ricompattare i pensieri, di sognare un attimo a dieci anni con la visione", scrive sul suo blog invitando il Movimento al coraggio della scelta. Ma non basta, il padre fondatore non cita mai Di Maio ma è chiaro ugualmente: "sono esausto. Abbiamo da progettare il mondo, invece ci abbruttiamo, e le scalette e il posto lo do a chi e i dieci punti, i venti punti, basta!". E infine un richiamo all'energia originario dei pentastellati: "questa pena che vedo, questa mancanza di ironia, dovete sedervi a un tavolo e essere euforici perché appartenete a questo momento straordinario di cambiamento". Parole che forse possono rappresentare la svolta interna ai Cinque stelle e mettere il turbo all'accordo con il Pd. E a cui ha risposto Zingaretti via twitter: "Caro @beppe_grillo, mai dire mai nella vita. Cambiamo tutto e rispettiamoci gli uni con gli altri".
Infatti a far salire la tensione erano stati prorio i venti punti messi sul piatto da Luigi Di Maio, con tanto di richiamo alle elezioni nel caso in cui non fossero stati accolti nei piani del governo, e la reazione del Pd, che aveva definito l'uscita del leader M5S un "inaccettabile ultimatum". Senza considerare che, fin dall'inizio, il confronto è stato scandito dai veti e dai rilanci. D'altronde, la disputa è fra partiti che devono far digerire al proprio elettorato un'alleanza imprevista fino a poco fa. Come nel tiro alla fune, ognuno deve portare l'altro dalla propria parte. In più, i Cinque Stelle guardano non senza ansia al risultato senza appello che uscirà dalla consultazione su Rousseau prevista tra lunedì e martedì. Sui programmi le posizioni si stanno avvicinando. Al vertice di Palazzo Chigi con il premier, hanno partecipato i capogruppo alla Camera e Senato del Pd, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, e dei Cinque Stelle, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli. Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio tessono la tela dietro le quinte, lasciando ai fiduciari le trattative. Zingaretti ha incontrato i suoi al Nazareno, Di Maio ha riunito lo stato maggiore in una casa in centro a Roma. Ufficialmente la nave va. ma ancora manca l'incontro tra i leader.
Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti prova a guardare oltre. "L'apertura di una nuova possibile fase politica e di Governo già ci ha fatto guadagnare 600 milioni di euro. In prospettiva potrebbero essere fino a 15 miliardi. Euro che tornano alle famiglie e alle imprese italiane. Ecco perché continuiamo a chiedere una stagione nuova e un governo di svolta. Per un Italia che scommette sul lavoro, l'ambiente, la scuola e la ricerca, gli investimenti pubblici e privati" dice in un post su Facebook.
Zingaretti accompagna il post con la foto della prima pagina del Sole 24 Ore di oggi che, in apertura, sottolinea che 'dal calo dei tassi per i Btp dopo l'avvio della soluzione della crisi di governo' possono arrivare 'preziosi risparmi per le casse dello Stato'. Si tratta, scrive il giornale che ha elaborato i dati, di risparmi sugli interessi del debito che potrebbero arrivare fino a 15 miliardi. 'Se le aste di questa settimana, in cui sono stati collocati 9,25 miliardi di euro, fossero state effettuate il 9 agosto, subito dopo l'annuncio della sfiducia al primo governo Conte, i costi per interessi sarebbero stati 600 milioni in più. Se i tassi restassero ai livelli attuali anche nel 2020 - sottolinea il Sole 24 Ore - il 'bonus' potrebbe arrivare a ridosso dei 15 miliardi di euro'..