Cristian, l'amico di Roberto Straccia: "Noi non ci arrendiamo"

04 Gennaio 2012   14:04  

E' Cristian Romanelli, amico di Roberto Straccia e collega di pallone, a ribadirlo: "Roberto non si è allontanato volontariamente e non crediamo nemmeno nel gesto estremo". E' tornato a Pescara dalle Marche, Cristian, per dare man forte alla famiglia ed aiutarla nelle ricerche dello studente 24enne scomparso da mercoledì 14 dicembre.

Cristian è stato l'ultimo a sentirlo su Facebook, in chat: "Ci sentiamo dopo - scriveva Roberto - ora vado a correre". Avevano fatto insieme progetti per una cena, il sabato e il giorno dopo la scomparsa, giovedì, sarebbe dovuto tornare a casa.              

 Cristian descrive Roberto come un bravo ragazzo, senza grilli per la testa. Era particolarmente sereno in questo periodo, sostiene sempre l'amico, stavano preparando insieme il Capodanno proprio a casa di Roberto nelle Marche, avevano già fatto spese. Gli amici marchigiani di Roberto erano venuti a Pescara, Roberto aveva fatto visitare loro la città, l'Università, la riviera, i luoghi che frequentava, aveva fatto conoscere loro i suoi coinquilini. "Gli piaceva stare a Pescara - riferisce Cristian - ce ne parlava spesso quando tornava nelle Marche".   

Dunque cosa può essere accaduto? Può una persona sparire nel nulla senza lasciare nessuna traccia di sé? "Roberto non si è allontanato volontariamente - continuano a ripetere amici e familiari".

E' stato "preso" da qualcuno, ha visto qualcosa che non doveva vedere o piuttosto, l'ipotesi a cui credono di più i suoi amici, un malore, un'amnesia, un vuoto di memoria, qualcosa che gli impedisce di tornare a casa? "Il sogno di Roberto - dice Cristian - è quello di viaggiare. Dopo l'università vorrebbe fare lo stuart, girare il mondo. Per questo ha scelto di studiare lingue. Noi non smetteremo mai di cercarlo, non ci arrendiamo, fin quando - conclude Cristian - non lo riporteremo a casa".


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