Crollo Stellantis: produzione giù del 31% nel 2025, migliaia di lavoratori in crisi

08 Ottobre 2025   12:00  

La Fim Cisl denuncia un calo drammatico della produzione in Italia: volumi in caduta libera, ammortizzatori sociali per metà dei dipendenti e forte preoccupazione per lo stabilimento di Atessa.


La produzione Stellantis continua a registrare un andamento negativo nel 2025, segnando una delle peggiori performance degli ultimi anni. Secondo il report della Fim Cisl, nei primi nove mesi sono state realizzate appena 265.490 unità tra auto e veicoli commerciali, con un crollo del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le automobili segnano una flessione del 36,3% (151.430 unità), mentre i furgoni registrano un calo del 23,9% (114.060 unità). Tutti gli stabilimenti del gruppo evidenziano perdite produttive comprese tra il 17% e il 65%, delineando uno scenario industriale di forte sofferenza.

Il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano ha espresso grande preoccupazione: «Il 2025 chiuderà con una riduzione di circa un terzo dei volumi produttivi, attestandosi poco sopra le 310.000 unità, con le auto che scenderanno sotto la soglia delle 200.000. L’incontro del 20 ottobre con l’amministratore delegato Antonio Filosa sarà decisivo per chiedere interventi immediati».


Particolarmente critica la situazione dello stabilimento di Atessa, cuore della produzione di veicoli commerciali. Nei primi nove mesi, il sito abruzzese ha prodotto 114.060 unità, con una riduzione del 23,9% su base annua. Uliano spiega che la contrazione degli ordini, dapprima sui cabinati e poi anche sui van, ha reso necessario un ricorso costante alla cassa integrazione, che coinvolge mediamente 700 lavoratori al giorno e, nei momenti più difficili, fino a 1.000 unità.

Dalla seconda metà del 2024, l’organizzazione dei turni è stata ridotta da 15 a meno di 10, con una conseguente perdita di produttività e di reddito per molte famiglie. La Fim Cisl chiederà a Filosa di rafforzare il piano industriale avviato dopo lo sciopero del 18 ottobre 2024, chiedendo nuovi investimenti strutturali e modelli produttivi in grado di garantire stabilità occupazionale.


Il piano attuale prevede la nuova piattaforma Small con due modelli compatti a Pomigliano dal 2028, la 500e e la 500 ibrida a Mirafiori dal novembre 2025, oltre a versioni ibride per i modelli elettrici di Melfi e l’ampliamento della gamma large per i veicoli commerciali. A Modena è in programma il rilancio della Maserati GT e GC, mentre su Termoli persistono forti dubbi dopo la sospensione del progetto gigafactory.


Il quadro occupazionale è altrettanto allarmante: quasi la metà dei lavoratori del gruppo Stellantis è oggi coinvolta in ammortizzatori sociali. La Fim Cisl sottolinea la necessità di «una prospettiva industriale e occupazionale certa per ogni stabilimento», invitando il governo e l’azienda a sostenere una transizione tecnologica «condivisa e sostenibile».

A Mirafiori, il contratto di solidarietà resterà attivo fino a gennaio 2026, con un utilizzo del 40% tra i lavoratori della 500 Bev. A Melfi, nel primo semestre, si sono registrati 57 giorni di fermo collettivo e un utilizzo medio del contratto di solidarietà del 63%. A Pomigliano, oltre 50 giornate di cassa integrazione hanno coinvolto tra i 3.000 e i 3.750 operai, mentre a Cassino si lavora su un solo turno da quattro anni. Anche Modena non è immune, con un impiego medio del 50% dei 214 addetti.

Ad Atessa, la situazione resta critica: dall’inizio dell’anno, la media giornaliera di lavoratori in cassa integrazione si attesta su 700 unità, segnale evidente di un settore che, senza nuovi interventi, rischia di perdere competitività e posti di lavoro in modo irreversibile.


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