D'Alfonso chiude otto locali, i gestori in crisi fanno ricorso

Ieri le prime notifiche dei vigili

11 Giugno 2008   09:08  

Sembrava essere dalla loro parte il sindaco, soprattutto dopo l’approvazione in Consiglio dell’ordine del giorno che gli affidava il compito di intercedere con il prefetto per far ritirare, o quantomeno modificare, l’ordinanza di chiusura alle 2 dei locali, mentre invece D’Alfonso ha emanato un’ordinanza per far sospendere l’attività, fino a un mese, a 8 locali.

La motivazione che ha indotto ad adottare il provvedimento, che riguarda discoteche e pub molto conosciuti, è la violazione della legge sulla somministrazione di alcolici nelle ore notturne.

Ieri i vigili hanno notificato i primi provvedimenti, che rappresentano un altro duro colpo per il popolo della notte, già penalizzato dalle imposizioni del prefetto e dalle chiusure scattate per ordine della procura.

C’era tuttavia da aspettarselo, sono diversi mesi che i locali di tutta la città vengono perlustrati per verificare se rispettano la legge. Poi si sono aggiunte le decine di residenti, che esasperati dai rumori e i gravi episodi di microcriminalità, registrati negli ultimi mesi soprattutto nella Pescara vecchia, hanno messo in moto magistratura, forze dell’ordine, tecnici della Asl e vigili urbani per controllare minuziosamente pub, discoteche e anche gli stabilimenti stabilimenti sulla riviera.

Da quanto si è appreso, i primi provvedimenti emessi dal Comune e già notificati dalla polizia municipale riguardano il Groove di via dei Bastioni, il Post bar, di via Catone, lo Zenzero e Codice a barre di corso Manthoné.

Successivamente i provvedimenti saranno recapitati a La Fabbrica, che tra l’altro ha già ricevuto un provvedimento di sospensione per una settimana, al Bar 76 di via Conte di Ruvo, al Circolo privato 45 di via Flaiano ed a Il cicchetto, già sottoposto a sequestro.

Tutti quanti sarebbero accusati di aver violato la legge del 2 ottobre 2007, numero 160, cioè quella varata dal governo per combattere il fenomeno degli incidenti stradali del sabato sera. E’ l’articolo 6 quello che viene richiamato nell’ordinanza, che vieta ai titolari e ai gestori di somministrare bevande alcoliche dopo le due della notte.

“L’inosservanza di questa disposizione” si legge nel testo della norma “comporta la sanzione di chiusura del locale da sette fino a trenta giorni, secondo la valutazione dell’autorità competente”.

La richiesta avanzata dai titolari dei sette locali chiusi lo scorso 6 giugno con un blitz della Forestale per eccesso di rumore, è quella di riaprire senza emissioni musicali.

Le istanze degli avvocati dei titolari che chiedono il dissequestro dei locali, hanno già ricevuto il parere negativo del pm, mentre il gip si è riservato di decidere entro le prossime 48 ore.

Chiaramente il colpo maggiore deriva dall’aspetto economico del sequestro preventivo che ha paralizzato le attività, fra l’altro, proprio a ridosso dell’avvio della bella stagione. Secondo quanto sostenuto nei ricorsi inoltrati al gip, con il dissequestro parziale si eviterebbe il tracollo economico.

Anche l’associazione dei residenti “Vecchia Pescara”, dal canto suo, ha deciso di presentare un nuovo esposto alla procura della Repubblica per segnalare ancora una volta i problemi riscontrati dai cittadini che abitano al centro storico. Il documento elenca una serie di disagi, tra cui la musica troppo alta, le sedi stradali occupate da tavolini all’aperto e tende, il mancato rispetto delle chiusure. E poi conclude con la richiesta che l’ordinanza del prefetto sugli orari, che impone la chiusura dei locali entro le due, “non resti delusa”.


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