D'Alfonso, lavoro Corte dei Conti occasione di verità

10 Luglio 2014   16:49  

"Un eccellente lavoro che rappresenta soprattutto un'occasione di verità sullo stato dell'arte della finanza regionale e permette a questo nuovo governo regionale di fissare con precisione il punto di partenza".

Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, commentando la decisione della Corte dei Conti regionale che nel giudizio di parificazione del rendiconto finanziario della Regione Abruzzo del 2012 relativo all'esercizio finanziario 2012, ha sollevato alcune importanti censure e non concesso di visto di parificazione ad alcune parti del rendiconto stesso.

È la prima volta che il bilancio dell'ente regione passa sotto la lente di osservazione della Corte dei Conti e questo per il presidente D'Alfonso rappresenta "un atto di verità che da una parte evidenzia chiaramente che la Regione ha oggettive situazioni di difficoltà e di affanno, ma dall'altro ci dice di che cosa questa amministrazione dovrà rispondere".

Le censure della Corte dei conti riguardano soprattutto "la veridicità sul valore dei residui, la reale consistenza materiale e finanziaria del patrimonio immobiliare della Regione, il quadro riassuntivo che accerta un disavanzo nella gestione 2012 di circa 455 milioni di euro e il controllo e vigilanza sulle società partecipate". Un punto, quest'ultimo, che non ha mancato di stimolare l'impegno preciso del presidente Luciano D'Alfonso, a fronte della contestazione della Corte di una forte carenza di controllo sulle società partecipare.

"Entro dicembre - ha detto - è mia intenzione strutturare una direzione regionale ad hoc che si incarichi direttamente di seguire in ogni atto le singole partecipate". Un principio che D'Alfonso aveva già anticipato nel suo discorso di insediamento e che il giudizio di parificazione della Corte dei Conti ha rafforzato.

Come ha rafforzato l'idea di "creare necessariamente una governance delle società partecipate, perché in tutti questi anni - ha aggiunto D'Alfonso - è completamente mancata una regolazione dei rapporti tra Regione e partecipate".

Anche sul fronte del patrimonio immobiliare, il presidente della Giunta regionale ha assicurato alla Corte "un utilizzo razionale e ragionato di tutto il patrimonio nella disponibilità della Regione, come impegno primario".


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