Giuseppe Giulietti autore del blog, Articolo21, dalle pagine di MicroMega lancia l'allarme processo breve per i processi sui crolli dell'Aquila.
"Ministro Alfano apra bocca, ci dica quanti processi ricadranno sotto la  mannaia del processo breve, ma meglio sarebbe chiamarlo greve;   ministro non giochi con il telefonino e ci dica se davvero saranno  falciati anche i processi per il crollo della casa dello studente  all'Aquila, oppure quello sulla truffa della Parmalat, oppure decine e  decine di processi relativi a gravi infortuni sul lavoro, ministro lei  ha il dovere di fornire questi dati...".
Questa la domanda  ripetuta ossessivamente dai parlamentari delle opposizioni al ministro  che, tuttavia, non ha potuto o voluto rispondere, è  sempre  a capo  chino, così come a capo chino sono restati quei deputati in camicia  verde che un tempo sventolavano, orrendamente ed immondamente, i cappi  in aula invocando il  carcere duro e i lavori forzati per i ladri e i  corrotti di regime.
Del resto cosa possono dire, quando tutti, ma  proprio tutti gli esperti di diritto segnalano i guasti di questa nuova  legge porcata, ritagliata sulle esigenze di un solo imputato ed estesa  agli altri per fornire al capo una sorta  di scudo giudiziario, uno  scudo contro il processo Mills, quello nel quale il corrotto è già stato  individuato e condannato, manca solo il nome del corruttore, e proprio  per questo occorre impedire che possa essere materialmente emessa la  sentenza Altre strade non ce ne sono.
Per salvare uno sono  disposti ad umiliare migliaia di persone che attendono giustizia,  persino quelli che hanno perso i loro cari per il cinismo e l'incuria di  chi pur di far soldi non ha esitato a risparmiare sulle condizioni di  sicurezza, tanto chi se ne frega dell'interesse generale nella stagione  del conflitto di interessi generalizzato!
A smentire quelli che  dicono che il processo breve e greve non farà danno alcuno ci è arrivata  una lettera scritta dalla signora Antonietta Centofanti, coordinatrice  del Comitato che si occupa di tutelare la memoria e la dignità di quelle  ragazze di  e quei ragazzi  che sono morti sotto le macerie della casa  dello studente dell'Aquila. 
Ci sembra giusto riportare la sua breve testimonianza rilasciata al direttore del sito di articolo 21 Stefano Corradino:
Il  giorno in cui passerà la legge sul processo breve – e potrebbe essere  il prossimo mercoledì – sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per  tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i loro figlio a  “studiare a L’Aquila, non a morirvi”. Nella notte del 6 aprile 2009 il  sisma che ha colpito L'Aquila ha portato via 309 persone, la più  piccola, Giorgia, avrebbe dovuto venire alla luce proprio quel giorno.  Tra le vittime otto ragazzi che vivevano nella Casa dello Studente,  stabile che risultava fortemente compromesso e destinato a subire seri  danni in caso di sisma, secondo uno studio commissionato dalla  Protezione Civile Abruzzo ad una società della stessa Regione, appena  qualche anno prima. Così è stato. Quelle vite potevano essere salvate se  si fosse agito secondo le regole; quelle vite ed altre ancora, a  L'Aquila, come in numerosi altri “altrove”.Quelle vite ci sono state  strappate dalla illegalità.
E il dolore, il lutto, la devastazione hanno sconvolto per sempre l'esistenza dei sopravvissuti.
A  ciò oggi va aggiunto il ddl sul processo breve. Esso rappresenterebbe  una mannaia sui crolli assassini dell'Aquila (Casa dello Studente,  Convitto Nazionale e numerosi edifici privati che hanno sepolto madri,  padri, figli e decine e decine di studenti), un'amnistia generalizzata  per gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, per i morti di  amianto, di uranio, di frane, di alluvioni, per le vittime di Viareggio  martoriate dalle ustioni e per molti reati contabili e societari.
Per  opporci a questo scempio e rivendicare il diritto alla giustizia per i  nostri morti, per poter ricucire strappi dolorosi che necessitano del  filo migliore, quello fatto di memoria e di legalità, saremo mercoledì  mattina davanti a Montecitorio con i nostri striscioni e le foto dei  nostri cari, per dire forte “basta morti di illegalità”.
Chiediamo  agli aquilani di essere con noi, chiediamo ai parlamentari abruzzesi del  centrodestra di riflettere, prima di votare una norma indecente che  priverà della giustizia i morti e i vivi.
 (Antonietta Centofanti, a  nome e per conto di "Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente",  "AVUS – Associazione Vittime Universitarie Sisma", "Familiari Vittime  Convitto Nazionale").
Altro che il telefonino ed i  sorrisetti del ministro Alfano. Per salvare il capo supremo sono  disposti a sanare tutto e tutti, altro che i comizi domenicali sulle  radici cristiane, questi, potendo, metterebbero in vendita anche le  tavole di Mosè.
Facciamo nostro l'appello della signora  Centofanti, lo invieremo a tutti i parlamentari, e ci auguriamo che,  mercoledì pomeriggio al Pantheon, a Roma, dalle 17 alle 20, in occasione  della manifestazione che si terrà contestualmente alla seduta della  Camera dei deputati, vengano altri  testimoni, donne e uomini che  possano raccontare come il processo breve e greve sfregerà le loro vite,  insultando la memoria di chi non c'è più, negando loro il diritto alla  giustizia. 
L'Italia, in questo momento, non ha bisogno della  prescrizione breve, ma della proscrizione breve, una sorta di legge  "contra personam" che accompagni Berlusconi alle porte d'Italia, in  località a sua scelta, purchè sprovvista di collegamenti sia  satellitari, sia telefonici, altrimenti continuerebbe a molestarci a  suon di videocassette e di telefonate in diretta tv.
Giuseppe Giulietti