Da MicroMega, Giulietti: "Il processo breve? Una mannaia sui crolli assassini dell’Aquila"

11 Aprile 2011   13:58  

Giuseppe Giulietti autore del blog, Articolo21, dalle pagine di MicroMega lancia l'allarme processo breve per i processi sui crolli dell'Aquila.

"Ministro Alfano apra bocca, ci dica quanti processi ricadranno sotto la mannaia del processo breve, ma meglio sarebbe chiamarlo greve; ministro non giochi con il telefonino e ci dica se davvero saranno falciati anche i processi per il crollo della casa dello studente all'Aquila, oppure quello sulla truffa della Parmalat, oppure decine e decine di processi relativi a gravi infortuni sul lavoro, ministro lei ha il dovere di fornire questi dati...".

Questa la domanda ripetuta ossessivamente dai parlamentari delle opposizioni al ministro che, tuttavia, non ha potuto o voluto rispondere, è sempre a capo chino, così come a capo chino sono restati quei deputati in camicia verde che un tempo sventolavano, orrendamente ed immondamente, i cappi in aula invocando il carcere duro e i lavori forzati per i ladri e i corrotti di regime.

Del resto cosa possono dire, quando tutti, ma proprio tutti gli esperti di diritto segnalano i guasti di questa nuova legge porcata, ritagliata sulle esigenze di un solo imputato ed estesa agli altri per fornire al capo una sorta di scudo giudiziario, uno scudo contro il processo Mills, quello nel quale il corrotto è già stato individuato e condannato, manca solo il nome del corruttore, e proprio per questo occorre impedire che possa essere materialmente emessa la sentenza Altre strade non ce ne sono.

Per salvare uno sono disposti ad umiliare migliaia di persone che attendono giustizia, persino quelli che hanno perso i loro cari per il cinismo e l'incuria di chi pur di far soldi non ha esitato a risparmiare sulle condizioni di sicurezza, tanto chi se ne frega dell'interesse generale nella stagione del conflitto di interessi generalizzato!

A smentire quelli che dicono che il processo breve e greve non farà danno alcuno ci è arrivata una lettera scritta dalla signora Antonietta Centofanti, coordinatrice del Comitato che si occupa di tutelare la memoria e la dignità di quelle ragazze di e quei ragazzi che sono morti sotto le macerie della casa dello studente dell'Aquila.
Ci sembra giusto riportare la sua breve testimonianza rilasciata al direttore del sito di articolo 21 Stefano Corradino:

Il giorno in cui passerà la legge sul processo breve – e potrebbe essere il prossimo mercoledì – sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i loro figlio a “studiare a L’Aquila, non a morirvi”. Nella notte del 6 aprile 2009 il sisma che ha colpito L'Aquila ha portato via 309 persone, la più piccola, Giorgia, avrebbe dovuto venire alla luce proprio quel giorno. Tra le vittime otto ragazzi che vivevano nella Casa dello Studente, stabile che risultava fortemente compromesso e destinato a subire seri danni in caso di sisma, secondo uno studio commissionato dalla Protezione Civile Abruzzo ad una società della stessa Regione, appena qualche anno prima. Così è stato. Quelle vite potevano essere salvate se si fosse agito secondo le regole; quelle vite ed altre ancora, a L'Aquila, come in numerosi altri “altrove”.Quelle vite ci sono state strappate dalla illegalità.

E il dolore, il lutto, la devastazione hanno sconvolto per sempre l'esistenza dei sopravvissuti.
A ciò oggi va aggiunto il ddl sul processo breve. Esso rappresenterebbe una mannaia sui crolli assassini dell'Aquila (Casa dello Studente, Convitto Nazionale e numerosi edifici privati che hanno sepolto madri, padri, figli e decine e decine di studenti), un'amnistia generalizzata per gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, per i morti di amianto, di uranio, di frane, di alluvioni, per le vittime di Viareggio martoriate dalle ustioni e per molti reati contabili e societari.

Per opporci a questo scempio e rivendicare il diritto alla giustizia per i nostri morti, per poter ricucire strappi dolorosi che necessitano del filo migliore, quello fatto di memoria e di legalità, saremo mercoledì mattina davanti a Montecitorio con i nostri striscioni e le foto dei nostri cari, per dire forte “basta morti di illegalità”.
Chiediamo agli aquilani di essere con noi, chiediamo ai parlamentari abruzzesi del centrodestra di riflettere, prima di votare una norma indecente che priverà della giustizia i morti e i vivi.
(Antonietta Centofanti, a nome e per conto di "Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente", "AVUS – Associazione Vittime Universitarie Sisma", "Familiari Vittime Convitto Nazionale").


Altro che il telefonino ed i sorrisetti del ministro Alfano. Per salvare il capo supremo sono disposti a sanare tutto e tutti, altro che i comizi domenicali sulle radici cristiane, questi, potendo, metterebbero in vendita anche le tavole di Mosè.

Facciamo nostro l'appello della signora Centofanti, lo invieremo a tutti i parlamentari, e ci auguriamo che, mercoledì pomeriggio al Pantheon, a Roma, dalle 17 alle 20, in occasione della manifestazione che si terrà contestualmente alla seduta della Camera dei deputati, vengano altri testimoni, donne e uomini che possano raccontare come il processo breve e greve sfregerà le loro vite, insultando la memoria di chi non c'è più, negando loro il diritto alla giustizia.

L'Italia, in questo momento, non ha bisogno della prescrizione breve, ma della proscrizione breve, una sorta di legge "contra personam" che accompagni Berlusconi alle porte d'Italia, in località a sua scelta, purchè sprovvista di collegamenti sia satellitari, sia telefonici, altrimenti continuerebbe a molestarci a suon di videocassette e di telefonate in diretta tv.

Giuseppe Giulietti


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