Dal 7 aprile la magistratura indaga sui crolli

Le tappe essenziali dellinchiesta

08 Gennaio 2010   15:17  

Sono passate solo poche ore dal terremoto, il conto delle vittime subisce un continuo aggiornamento, che la magistratura è già a lavoro.

Si vuole fare luce su quei crolli, troppi, considerati anomali, perchè a venire giù come castelli di sabbia sono stati palazzi di recente costruzione, edificati al massimo negli anni Sessanta. Strutture insomma, che si ritiene avrebbero dovuto reggere; è tanto lo stupore suscitato dalla diversa reazione al terremoto avuta da palazzi fra loro adiacenti.

È il caso di Via Campo di Fossa, di Via Sant'Andrea, del civico 79 di Via XX Settembre, strutture sgretolatesi in mezzo a palazzi che, seppur seriamente danneggiati, sono rimasti in piedi e – come hanno argomentato molti tecnici in quei giorni – hanno assolto al loro compito, cioè hanno almeno dato il tempo alle persone di fuggire e mettersi in salvo.

Alla guida del Procuratore Alfredo Rossini, la magistratura aquilana apre un'inchiesta, le aspettative, soprattutto da parte dei parenti delle vittime che chiedono giustizia e verità, sono molte.

Si inizia con le acquisizioni di documenti, le prime verifiche sugli edifici e i primi sopralluoghi, i riflettori sono puntati sulla Casa dello studente, sotto le macerie dello studentato di Via XX Settembre sono morti otto ragazzi.

Rossini vuole “accertare i motivi per cui sono crollati questi palazzi, per cui di conseguenza sono morte tutte queste persone. E vedere naturalmente se questo dipende solamente dal terremoto oppure dipende dalle manine degli uomini che hanno costruito male, hanno usato cattivi materiali, hanno fatto cattive progettazioni e magari hanno anche speculato sul cemento, mettendoci del cemento che non avrebbe mai potuto reggere”.

A meno di un mese dal terremoto iniziano i primi interrogatori, davanti ai magistrati sfilano costruttori, tecnici, persone informate sui fatti, amministratori ma anche gli studenti universitari fra i quali quelli sopravvisuti al crollo della casa dello studente.

A destare la maggiore attenzione, fra gli edifici pubblici ci sono l'Ospedale San Salvatore, il palazzo del Tribunale, la Facoltà di Ingegneria di Roio, il Convitto nazionale, fra i palazzi privati quello di Via XX Settembre di fronte la Casa dello studente, quelli a Via Campo di Fossa, a Via Sant'Andrea, via D'Annunzio oltre a numerose abitazioni in pieno centro storico.

L'indagine dà subito priorità agli edifici pubblici, gli accertamenti mirano a ricostruire tutta la filiera dell'edilizia. Si iniziano a sequestrare le aree dei palazzi crollati, alla fine saranno in tutto 150 gli edifici – o ciò che ne rimane – posti sotto sequestro giudiziario.

Il 25 maggio iniziano i carotaggi nella Casa dello studente. A fine luglio terminano gli esami sui resti degli edifici all'attenzione della Procura.

I reati che si ipotizzano sono omicidio colposo e disastro colposo. Poi subentra il dolo, “dobbiamo vedere – ribadisce il procuratore Rossini - se qualche manina per motivi colposi o anche dolosi ha contribuito a cagionare queste morti”.

E annuncia che non ci sarà nessun maxi processo ma tanti procedimenti quanti sono stati i singoli crolli.

Con l'acquisizione delle perizie, dei risultati di laboratorio sul materiale sequestrato e di tutti i documenti relativi ai singoli edifici si ha una svolta nelle indagini: nel registro degli indagati saranno iscritte in tutto 26 persone: quindici per la Casa dello studente, due per il Convitto nazionale e nove per la Facoltà di Ingegneria di Roio.

È il 22 ottobre. Gli indagati sono tutti tecnici, progettisti, costruttori, amministratori e dirigenti.

Per la Casa dello studente vengono indagate anche quattro persone decedute, per cui l'avviso viene notificato agli eredi.

Il 31 ottobre iniziano i primi interrogatori degli indagati, davanti al sostituto procuratore Fabio Picuti nel tribunale di Bazzano arrivano i presunti responsabili del crollo della Casa dello studente prima, del Convitto e della Facoltà di Ingegneria subito dopo.

Oltre alle ipotesi di reato riguardanti l'omicidio colposo, il disastro colposo e le lesioni colpose, i magistrati ipotizzano anche reati omissivi e violazione delle leggi antisismiche.

Un nuovo filone d'indagine si apre nel frattempo in relazione al mancato rispetto di quanto disposto nello studio di Abruzzo Engineering che nel 2006 aveva individuato i siti critici in caso di eventi sismici, gli stessi crollati nel terremoto di aprile, e per verificare eventuali responsabilità legate ai mancati allarmi.

Prima di natale l'avviso della conclusione delle indagini preliminari, nessuno stralcio, ipotesi di reato e indagati restano dunque gli stessi.

All'inizio dell'anno arrivano nelle mani dei magistrati le perizie sulla Casa dello studente, che individuano nella mancanza di un pilastro la causa del crollo.

A strettissimo giro – ha assicurato nelle ultime ore il Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini – arriveremo ai rinvii a giudizio.

(MS)


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