Dati Istat sul reddito familiare italiano. Il 2007 abruzzese

In Regione si fatica ad arrivare a fine mese

24 Dicembre 2008   09:04  

Giunto alla quarta edizione, il rapporto Istat relativo alla distribuzione del reddito e alle “condizioni di vita” scatta una fotografia quanto mai approfondita sul disagio economico sperimentato dalle famiglie italiane nell’arco del 2007. Se infatti nel 2006 è stato registrato un incremento del reddito mediano del 2,8%, l’anno successivo gli indici di disagio socioeconomico non lasciano adito a dubbi: l’Italia osservata dall’Istat nel 2007 comincia già a presentare, seppure in modo lieve, la fisionomia di quella crisi che già verso la metà del 2008 si farà sentire con drammatica e feroce intensità da tutta la cittadinanza italiana.

La percentuale di famiglie che ha riscontrato particolare difficoltà ad arrivare alla fine del mese nel corso del 2007 è infatti pari al 15,4% a fronte del 14,6% rilevato nel 2006. Un lieve peggioramento è stato segnalato anche relativamente alla mancanza di risorse per l’acquisto di beni alimentari (dal 4,2% del 2006 al 5,3% del 2007) e per le spese mediche(dal 10,4% del 2006 all’11,1% dell’anno successivo). Essenzialmente stabili invece le difficoltà rilevate dai nuclei familiari per quanto concerne il pagamento delle bollette, il riscaldamento dell’abitazione, e l’acquisto del vestiario necessario.

Anche se nel biennio analizzato le famiglie del Meridione manifestano maggiore disagio economico rispetto a quelle residenti nel Nord e nel Centro del Paese, sono proprio queste due ultime zone a registrare l’incremento più evidente in termini di problematiche connesse al reddito e al costo della vita: nel 2007 i nuclei familiari del Settentrione che dichiarano di provare difficoltà ad arrivare a fine mese sfiorano il 12% a fronte del 10,7% rilevato nel 2006, nel Centro invece maggiore preoccupazione viene percepita in relazione alle spese mediche, con una percentuale di famiglie in difficoltà che passa dal 6,8% del 2006 al 9,3% del 2007, e all’abbigliamento dove il dato giunge al 14,1% dall’ 11,3% del 2006.

FINE DEL MESE E SPESE IMPREVISTE NON PIACCIONO ALLE FAMIGLIE ABRUZZESI

Nell’arco del 2007 anche in Abruzzo cominciano ad essere avvertiti i primi inesorabili segni di crisi, ma fortunatamente non tutti gli indicatori di disagio economico confermano il trend registrato a livello nazionale.

Le cattive notizie. Nel 2007 circa il 30,9% delle famiglie abruzzesi dichiara di non riuscirea sostenere una spesa imprevista e necessaria di 700 euro (nel 2006 l’indicatore si riferiva ad una spesa imprevista di 600 euro, non può essere confrontato pertanto con quello relativo al 2007), la percentuale dei nuclei familiari in difficoltà ad arrivare alla fine del mese passa dall’11,9% del 2006 al 14%, mentre quelli in stato di disagio per via di un insufficiente riscaldamento dell’ abitazione aumentano dal 7,8% rilevato nel 2006 al 10% dello scorso anno.

Le buone. Diminuisce seppur di pochissimo la percentuale relativa alle famiglie in arretrato con le bollette( dal 9,8% del 2006 al 9,7% del 2007), più significativo il decremento del dato che intercetta i nuclei in difficoltà nell’acquisto dei beni alimentari ( dal 4,1% del 2006 all’1,8% del 2007), del vestiario (20,1% nel 2006, 19,3% nel 2007), e nel pagamento delle spese mediche ( dal 10,5% del 2006 al 9,2% del 2007). Una situazione per certi aspetti molto più rosea della Puglia, dove la percentuale di famiglie in stato di disagio economico rispetto alle spese mediche è aumentata vistosamente dal 12,9% registrato nel 2006 al 17,7% rilevato nel corso del 2007, del Molise, nel quale la quantità di nuclei familiari in difficoltà nell’arrivare a fine mese è schizzata di oltre 4 punti percentuali nell’arco di un solo anno( dal 12,9% al 17,6% !), o della Liguria, che nel 2007 ha visto aumentare, anche se di un solo punto, la percentuale relativa a quanti non possono permettersi il cibo ( dal 2,4% del 2006 al 3,4% del 2007).

I DATI ITALIANI

I redditi del 2006. Le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto medio (esclusi i fitti figurativi) di 28.552 euro, circa 2.379 euro al mese. Tuttavia a causa della distribuzione asimmetrica dei redditi registrati, il dato preso come riferimento dall’indagine Istat è quello relativo al reddito “mediano”. La media, infatti, si configura in tal caso come un indicatore “decentrato”, in quanto la gran parte dei nuclei familiari del Paese percepisce un reddito reale palesemente inferiore a tale valore. La mediana invece, si colloca precisamente nel punto intermedio della distribuzione, indicando il livello di reddito che scinde le famiglie italiane in due metà: l’una rappresentante i redditi superiori o uguali alla mediana, l’altra i redditi inferiori. In effetti, considerando il valore mediano, risulta che il 50% delle famiglie ha percepito, nel 2006, meno di 23.083 euro, circa 1.924 euro mensili.

Il 2007. Alla fine dello scorso anno il 15,4% delle famiglie ha dichiarato di arrivare “con molta difficoltà alla fine del mese”, il 32,9% di non poter far fronte a una spesa imprevista e necessaria di 700 euro. Meno allarmante la quota di nuclei familiari che hanno trovato difficile pagare regolarmente le bollette (8,8%), e riscaldare a sufficienza la propria abitazione( 10,7%). Non sono purtroppo trascurabili le percentuali di famiglie che hanno provato difficoltà relative al soddisfacimento di bisogni primari( beni alimentari, spese mediche e abbigliamento necessario): il 5,3% dei nuclei familiari italiani ha dichiarato di aver vissuto nel corso del 2007 “momenti in cui le risorse a disposizione per l’acquisto del cibo erano insufficienti”, una dato che sale all’11,1% per le spese mediche e al 16,9% in relazione al vestiario.


SEMPRE FORTE IL DIVARIO TRA IL NORD E IL SUD DEL PAESE

Secondo quanto rilevato dall’indagine il reddito netto familiare è inferiore al dato nazionale in tutte le regioni meridionali e insulari, mentre risulta essere superiore in quelle centro-settentrionali, fatta eccezione per la Liguria. La provincia autonoma di Bolzano e l’Emilia-Romagna presentano i redditi mediani più elevati(rispettivamente di 29.965 e 27.000 euro), seguite dalla provincia autonoma di Trento(26.493) e dalla Lombardia(26.331 euro). Il reddito mediano familiare più basso è stato invece osservato in Sicilia(17.273 euro).

Il reddito mediano dei nuclei familiari che vivono nel Sud del Paese e nelle Isole è circa i 2/3 di quello percepito dalla famiglie che risiedono nel Nord. A fronte di tale disuguaglianza tuttavia l’andamento del reddito nel biennio 2005/2006 sembra aver premiato le regioni abitualmente considerate svantaggiate. Rispetto al 2005 il Nord del Paese ha registrato nel 2006 un incremento del reddito mediano familiare in termini nominali del 2,6%, spostandosi da 25.042 a 25.693 euro, una variazione che nel Centro è stata pari al 3,8% (da 24.220 a 25.130 euro), e che ha raggiunto il 4,1% di crescita nel Sud e nelle Isole, dove il reddito mediano è passato da 18.508 a 19.272 euro.


GDC

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore