Degenti gravi in corsia, in compagnia del caldo asfissiante

26 Giugno 2008   14:04  

Finalmente possono tirare un respiro di sollievo i pazienti immuno -depressi del reparto di pneumatologia dell’ospedale di Chieti. Degenti gravi, anziani, deboli, immuno - compromessi, affetti da tumori, fibrosi, malattie infettive, insufficienze respiratorie, costretti a sostare lungo la corsia del reparto che scoppia dal caldo. Il personale disponibile ma stremato, cerca in tutti i modi di limitare i danni e tutela la loro privacy schermandoli con paraventi. Oggi le cose vanno un po’ meglio e in corsia si trovano solo due barelle contro le quattro e oltre dei giorni scorsi. Anche negli altri reparti i numeri diminuiscono: in clinica medica c’è solo una barella, in semeiotica cinque, in patologia medica una, in clinica geriatrica tre così come anche in pediatria. Una situazione di disagio molto grave, dovuta ai numerosi ricoveri ospedalieri causati molto spesso proprio dal caldo soffocante. Ma non solo. Se pazienti in pericolo di vita sono costretti a stare in situazioni tanto precarie è merito anche e soprattutto della politica dei tagli. “ Non so come fare. Non volevo arrivare a questi livelli, la responsabilità è dei politici ma a pagare sono infermieri, medici e pazienti”, ha detto Fernando De Benedetto, che dirige da anni la pneumatologia teatina. Dalla direzione tecnica sembra arrivare una risposta, ma ancora una volta la soluzione sembra lontana. Sarebbe pronto da più di un anno il progetto per istallare l’aria condizionata dove non c’è ancora (ovvero nella zona A dell’ospedale) ma ovviamente non ci sono fondi per finanziarlo. Paradossale. Soprattutto se si pensa a quanto ogni cittadino è costretto a pagare per avere servizi assistenziali di qualità “unica” e cioè pari a zero.“sono cinque anni che lamento la mancanza dell’aria condizionata in un reparto di eccellenza come l’urologia”- ha detto indignato il segretario regionale di Cittadinanzattiva –“i pazienti operati con le flebo alle braccia o con il catetere sostano come Cristo in croce. Dove sono finiti i principi di umanizzazione delle cure? il paziente non merita più rispetto? Vorrei tanto che l’assessore regionale alla sanità facesse un giro nei reparti. Chissà, poi, se potrà dormire tranquillo”. In attesa che qualcuno ascolti non solo la voce di primari e cittadini combattivi ed indignati, ma anche e soprattutto quella dei malati che in ospedale non si sentono affatto al sicuro, tante persone continuano ad arrivare al pronto soccorso dell’ospedale di Chieti, che nei giorni scorsi ha avuto un gran bel da fare, pertanto chiede aiuto alle forze “esterne”, in primis medici di famiglia e assistenza sociale, importanti punti di riferimento e di prevenzione. In particolare quest’ultima aiuterebbe tanti anziani soli bisognosi di servizi come ad esempio la spesa a domicilio. Ma purtroppo (altra nota dolens), a Chieti e più in generale in tutto l’Abruzzo questo servizio non è abbastanza presente.

(IP)

 


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