Denunciato cercatore tartufi, utilizzava collari vietati per cani

22 Settembre 2014   10:37  

Il Corpo Forestale dello Stato ha sottoposto a sequestro preventivo, successivamente convalidato dal Pubblico Ministero c/o il Tribunale di Vasto, due collari correttivi elettronici, utilizzati quale mezzo coercitivo per soggiogare due cani da tartufi.

L’attività investigativa è stata intrapresa dal Comando Stazione Forestale di Gissi a seguito di segnalazione da parte di alcuni cittadini circa la presenza di due cercatori di tartufo in area ad alta vocazione tarfufigena di tartufo bianco (tuber magnatum pico), in località “Carunchino”, in periodo di divieto generale di raccolta.

Alla vista degli agenti del Corpo Forestale dello Stato, i due tartufai, intercettati nei pressi del loro fuoristrada nascosto tra la vegetazione, sono fuggiti dandosi alla macchia, mentre i cani al loro seguito si sono fermati vicino all’automezzo.

Al collo di due cani era applicato un collare elettronico in funzione (led verde acceso), un dispositivo correttivo ad impulsi elettrici, provvisto di lunghi elettrodi, in grado di infliggere, tramite un comando a distanza, scosse molto dolorose agli animali, per condizionarne i riflessi ed i comportamenti.

L’uso dei collari elettronici, sebbene reperibili in commercio, è da considerarsi vietato alla luce della normativa penalistica a tutela degli animali, in quanto si tratta di strumenti invasivi e contrari alla natura del cane, tali da poter produrre nell’animale effetti psicologici indesiderati, quali paura, ansia, depressione ed aggressività.

I due fuggitivi, rintracciati dopo alcune ore di ricerche, anche con l’ausilio del personale del Comando Stazione Forestale di Montazzoli, sono un abruzzese quarantottenne residente a Palmoli (CH) ed un molisano cinquantenne residente a Montenero di bisaccia (CB).

Gli agenti hanno deferito alla Procura della Repubblica di Vasto il proprietario dei due cani per il reato, previsto ai sensi dell’art. 727 cp, c. 2, di detenzione degli animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

Inoltre, per le violazioni amministrative commesse in materia di ricerca di tartufo in periodo di divieto generale, è stata elevata, a carico di entrambi i cercatori, una sanzione di € 466,67, oltre al ritiro dei tesserini di idoneità.

 


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