Depurazione acque del Fucino, Coldiretti chiede l’intervento del prefetto

14 Marzo 2014   10:58  

La Coldiretti de L’Aquila ha chiesto con una nota ufficiale l’intervento del Prefetto, Sua Eccellenza Francesco Alecci, in riferimento allo stato in cui versano i depuratori del Fucino con conseguenze gravissime sull’economia agricola locale.
Questa evenienza – spiega Coldiretti L’Aquila – rischia di distruggere il lavoro di una moltitudine di operatori agricoli e di incidere pesantemente sul comparto agricolo fucense, il più importante del territorio con il 25% del Pil regionale, 2mila imprese agricole presenti e un totale di 9800 lavoratori.
Una situazione preoccupante scaturita per Coldiretti dall’indifferenza delle istituzioni territoriali, dalla incapacità politica di dare risposte vere al territorio, dall’insensibilità verso il settore agricolo quale motore dell’economia locale. Inadempienze su inadempienze che si sono aggravate mese dopo mese e ora rischiano di distruggere in un attimo il frutto del lavoro di una moltitudine di operatori agricoli con conseguenze gravi da diversi punti di vista: economico, sociale, occupazione e di ordine pubblico.

Da una parte la necessità di tutelare il consumatore finale, dall’altra il dovere di non compromettere l’economia di un territorio. "E’ necessario che le amministrazioni locali comprendano l’importanza della situazione e si decidano a fare i fatti" dice il direttore di Coldiretti L’Aquila Massimiliano  Volpone "Ecco perché riteniamo che l’intervento del Prefetto possa andare oltre i richiami formali alla responsabilità degli enti coinvolti ed attivare con ogni sollecitudine i poteri sostitutivi che la legge offre per questa emergenza. Nel frattempo" aggiunge il direttore annunciando che verranno attivate iniziative di tutela degli interessi degli associati in caso la situazione non si risolva in tempi brevi "abbiamo sollecitato il Consorzio di Bonifica Ovest per mettere in atto i provvedimenti necessari ad assicurare un regolare servizio irriguo e chiedere il divieto di scarico delle acque non idonee nei canali consortili per non inquinare la risorsa idrica che il Consorzio, a spese dei consorziati, distribuisce sull’alveo del Fucino".

 


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