Di Mattia ricoperto di critiche dopo aver proposto i box del sesso

Non accennano ad esaurirsi il dibattito e le polemiche in relazione alla proposta lanciata pochi giorni fa dal sindaco di Montesilvano Attilio Di Mattia di realizzare nella cittadina i cosiddetti box del sesso, già attivi da tempo in paesi come la Svizzera, garage nei quali sarebbe possibile esercitare la prostituzione limitando così lo svolgimento del fenomeno sulle strade.

Le bocciature alla proposta da parte degli avversari politici, tuttavia, non hanno tardato ad arrivare. Primo tra tutti il PdL, che per bocca del consigliere regionale Lorenzo Sospiri e del capogruppo in consiglio comunale Manola Musa ha chiesto a gran voce le dimissioni del primo cittadino, ed ora anche Francesco Maragno dell'associazione "Democrazia e libertà" e l'ex assessore Anthony Aliano (destituito dalla carica dopo il recente rimpasto della giunta attuato da Di Mattia) hanno aspramente criticato l'idea di adibire tali box al sesso.

Maragno ha espresso "grande sconcerto e delusione per la proposta avanzata da Di Mattia, decisamente fuori luogo e di certo non foriera di buona pubblicità per la città, afflitta da problemi ben più seri", mentre Aliano ha parlato senza mezzi termini di "trovata ridicola, dopo la quale il sindaco dovrebbe dimettersi", sottolineando come "bisognerebbe occuparsi prima di altre esigenze, e poi discutere di dove collocare la prostituzione, tenendo conto che la legge non consente soluzioni come i box, che più che combattere il fenomeno lo agevolano".

L'unica apertura nei confronti della proposta del primo cittadino di Montesilvano é giunta dai Radicali, secondo cui invece "l'iniziativa potrebbe essere un'ottima soluzione al sesso in strada, e andrebbe quindi tentata con convinzione, poiché nonostante la presenza di grandi ostacoli normativi e logistici andrebbe a favorire sia la fascia di popolazione più sensibile alla presenza di prostitute nelle strade, sia le stesse operatrici, che lavorerebbero in condizioni di maggior sicurezza".