Discarica di Bussi, domani riparte il processo bis

Il WWF si costituirà parte civile

14 Luglio 2014   16:42  

Ricomincia, domani, a Pescara, il secondo processo legato alla discarica di Bussi e all'acquacontaminata distribuita sino al 2007 attraverso la rete acquedottistica a centinaia di migliaia di cittadini a Pescara, Chieti e nell'intera vallata.

Nel primo processo, che riprenderà il 19 settembre prossimo davanti alla Corte d'Assise di Chieti, sono imputate 19 persone, a vario titolo legate al colosso chimico Montedison/Ausimont, imputate di avvelenamento delle acque e disastro.

Il secondo procedimento giudiziario, quello che ricomincia domani, è invece nella fase preliminare.

Il GUP, la dott.ssa Maria Carla Sacco, dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero nei confronti di cinque persone: l'ex presidente ATO Giorgio D'Ambrosio, l'ex responsabile Sian della ASL di Pescara Roberto Rongione e i vertici dell'ACA Bruno Catena (ex presidente), Bartolomeo Di Giovanni (direttore generale) e Lorenzo Livello (direttore tecnico).

Il reato contestato è la distribuzione delle acque contaminate. La divisione in due tronconi deriva dal fatto che nel maggio 2011 venne emessa da altro GUP una sentenza di non luogo a procedere che escludeva dal processo i vertici ATO e ACA, sentenza poi annullata nell'ottobre 2012 dalla Suprema Corte di Cassazione che ha anche disposto un nuovo esame, quello appunto che, dopo alcuni rinvii, ricomincerà domani.

"È importante – dichiara l'avv. Tommaso Navarra, legale del WWF Italia – che l'accertamento della verità sia completo e riguardi tutti gli aspetti di questa complessa vicenda. È altrettanto importante che si arrivi a un giudizio in tempi ragionevolmente brevi anche per restituire ai cittadini fiducia nelle istituzioni".

"Il WWF – annuncia il delegato regionale Abruzzo Luciano Di Tizio – si costituirà parte civile anche in questo secondo troncone, sempre con l'avv. Navarra che sta ottimamente tutelando gli interessi dell'ambiente e dei cittadini.

Bisogna chiudere la parte giudiziaria quanto prima possibile, e stabilire se ci sono colpevoli e chi sono, per poi procedere alla bonifica secondo il sacrosanto principio del chi ha sbagliato paghi".


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