Dopo i boatos sull'avviso di garanzia, lo sdegno di Chiodi

AGGIORNAMENTI

16 Settembre 2010   13:36  

Sono il primo a voler essere ascoltato al più presto dalla magistratura, voglio uscire da questo stillicidio di voci. Ripeto, quindi, di non aver mai incontrato Fusi. Me lo passò Verdini dal suo cellulare. Né lui mi ha mai contattato, né io l'ho mai invitato neanche a prendere insieme un caffè. Nessuno ricami sopra questi innocenti fatti''

E lo sfogo telefonico del presidente e commissario della ricostruzione Gianni Chiodi, a conclusione di una convulsa giornata durante la quale si era diffusa la voce di una sua iscrizione al registro degli indagati nel ambito dell'inchesta della Procura distrettuale antimafia sugli appalti del g8 e della ricostruzione aquilana. Ciò che è certo però che Gianni Chiodi, la prossima settimana dovrà recarsi in procura, come persona informata dei fatti, e rispondere alle domande e richieste di chiarimento da parte del Pm Olga Capasso. Insieme al presidente Chiodi, come persona informata dei fatti è stato convocato anche il presidente della Carispaq Rinaldo Tordera.

L''inchiesta di Firenze, poi passata per competenza a quella di Perugia ha portato, lo ricordiamo, tra gli altri in carcere il presidente del consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci, l'imprenditore Diego Anemone, e al coinvolgimento, come indagato, del capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso.

Un filone d'inchiesta ha poi coinvolto uno dei coordinatori nazionali del Popolo della libertà, Denis Verdini, indagato con l'ipotesi di reato di corruzione. E tra gli indagati compare anche l'imprenditore aquilano Ettore Barattelli iscritto nel registro degli indagati in quanto presidente del consorzio Federico II, creato dopo il terremoto, e poi sciolto, costituito tra gli altri dall'impresa della famiglia Barattelli e dalla Btp del presidente dimissionario Riccardo Fusi, anche lui indagato.

Quel Riccardo Fusi con cui Gianni Chiodi, chiamato dal coordinatore Pdl Verdini, intrattene un breve colloquio telefonico intercettato dagli investigatori. Ecco dunque la necessità di un chiarimento, utile per il prosieguo delle indagini.
Secondo l'accusa gli inquisiti, in particolare gli imprenditori che costituirono il Consorzio Federico II, avrebbero cercato di ottenere canali preferenziali nell'ottenimento degli appalti della ricostruzione, attraverso atti corruttivi nei confronti di politici influenti e funzionari pubblici.

LA NOTA STAMPA DI GIANNI CHIODI

"Sono sdegnato e profondamente amareggiato per l'enfasi con cui giornali e locandine hanno riportato una notizia falsa, offensiva al punto da minare la dignita' di chi sta lavorando tra mille difficolta' in una situazione gia' di per se' drammatica".

Comincia cosi' ill presidente della Regione Abruzzo, e Commissario per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, commentando le voci di ieri sera e stamane su presunti coinvolgimenti nell'inchiesta G8 e appalti all'Aquila.

"E' inaccettabile - dice il Presidente - anche la strumentalizzazione che si sta facendo sull'attivita' degli organi inquirenti che hanno il compito, giustamente, di sentire chiunque possa avere una qualche conoscenza dei fatti su cui si sta indagando. Va da se' che questo clima irrespirabile di 'caccia alle streghe' mina profondamente l'immagine del Presidente della Regione Abruzzo".

"Ma si rassegnino - avverte il Governatore - perche' tutto il mio operato amministrativo e' sempre all'insegna della piu' cristallina legalita'". Poi, un appello ai media: "Spero ci sia l'onesta' intellettuale, oltre che deontologica, affinche' gli organi di stampa riservino al presidente Chiodi lo stesso clamore per annunciare che non c'e' assolutamente nessuna bufera che lo riguardi.

Vorrei, invece, poter lavorare per il bene della mia terra e della mia gente con la serenita' e la dignita' che spettano a chi ogni giorno s'impegna duramente tra mille problemi, ma sempre con grande spirito etico, riuscendo tra l'altro ad ottenere risultati unici per la nostra regione. E mi riferisco, in primis, alla riduzione dell'indebitamento o al riordino della Sanita'. Traguardi lodevoli che molti fingono di ignorare ma che ci vengono puntualmente riconosciuti da testimoni esterni.

E' il caso di Repubblica, testata non certo di parte". Infine, il presidente Chiodi tocca gli affetti personali: "Da Roma, dove mi trovo per una tre giorni di intensi contatti, ho dovuto rassicurare la mia famiglia e le mie figlie, preoccupatissime per una notizia che non ha il minimo fondamento. E questo non e' umanamente sopportabile. Non e' accettabile"

LE REAZIONI POLITICHE ORA PER ORA

IDV, CHIODI VUOLE IMBAVAGLIARE L'INFORMAZIONE

"Mentre le piu' importanti testate giornalistiche nazionali continuano a pubblicare da mesi le risultanze delle inchieste che interessano la realta' dell'Aquila, Chiodi pretende di imporre il silenzio alla libera informazione in Abruzzo". Lo afferma Carlo Costantini, capogruppo dell'Idv alla Regione Abruzzo.
"Chiodi - aggiunge Costantini - ha costruito la sua fortuna politica sulle disgrazie giudiziarie di una parte del centrosinistra, ponendosi agli abruzzesi che lo hanno votato come alternativa 'immacolata' al sistema di potere che lo aveva preceduto al governo della Regione Abruzzo.
Ora che pero' le inchieste giudiziarie coinvolgono i massimi esponenti del suo Partito, Chiodi pretende addirittura che la sua convocazione da parte dell'Antimafia dell'Aquila e tutto cio' che ne e' conseguito non venga portato a conoscenza dell'opinione pubblica abruzzese e pretende anche di essere creduto sulla parola, quando prende le distanze dai suoi capi che lo hanno scelto, che di fatto lo hanno eletto alla Presidenza della Regione e che oggi si ritrovano invischiati mani e piedi nelle inchieste sulle 'cricche'. Chiodi - prosegue Costantini - sappia che nessuno in Abruzzo, neppure il suo peggior nemico, si augura di poter leggere un giorno di un suo coinvolgimento diretto in una inchiesta giudiziaria: sarebbe una vera e propria catastrofe, per tutti.

Ma Chiodi - conclude - sappia anche che ancora oggi, in Italia come in Abruzzo, nessuno e' in grado di vietare alla libera informazione di far sapere ai cittadini cosa sta accadendo".

ODG, HA RAGIONE A DOLERSENE PUBBLICAMENTE

"La verifica attenta di una notizia, prima della sua diffusione, rappresenta l'abbicci della professione giornalistica. Il semplice rincorrersi di 'voci' non giustifica la diffusione di notizie senza il preventivo, necessario riscontro: nel dubbio, e' meglio non diffondere una notizia incerta che rischiare di diffonderne una non veritiera, perche' alla base della nostra professione esiste si' il diritto 'insopprimibile dei giornalisti alla liberta' di informazione e di critica' ma limitato 'dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalita' altrui'". Lo dice l'Ordine regionale dei giornalisti intervenendo sul 'caso Chiodi'. Cosi' come e' obbligo dei giornalisti "il rispetto della verita' sostanziale dei fatti". Le notizie diffuse sul conto del presidente della Regione, Gianni Chiodi - afferma l'Ordine - non sembrano rispondere a questi elementari e basilari doveri professionali dei giornalisti, ed ha quindi ragione di dolersene pubblicamente".

UGL, LEGALITA' SI' GOGNA MEDIATICA MAI

La segreteria regionale UGL Abruzzo esprime solidarieta' al presidente della regione Gianni Chiodi, per quello che vine definito "vergognoso attacco mediatico ricevuto". "Su certa stampa - afferma il segretario regionale Piero Peretti - si e' arrivati ad ipotizzare addirittura la possibilita' di arresti domiciliari, senza neanche conoscere l'avvio di una inchiesta: e' un modo di fare informazione che danneggia l'Abruzzo tutto , in un momento fondamentale che invece dovrebbe vedere unita' di intenti per risolvere le gravi problematiche del lavoro e della ricostruzione. Il presidente Gianni Chiodi merita rispetto per il suo ruolo istituzionale e come persona umana. L'Ugl - conclue Peretti - e' e sara' sempre dalla parte della legalita', mai dalla parte della gogna mediatica". 


GIULIANTE, SOLIDARIETA' DAL GRUPPO DEL PDL


 "Untorelli di professione stanno cercando di minare la credibilita' di un'intera classe dirigente con notizie che finiscono per creare un clima di sospetto e un'aria irrespirabile per tutti coloro i quali si trovano, in questa difficilissima fase, ad affrontare i problemi dell'Abruzzo. Nella serata di ieri se ne e' avuta l'ennesima riprova con un attacco tanto pretestuoso quanto infondato nei confronti del presidente Gianni Chiodi". Lo dice il capogruppo regionale del Pdl Gianfranco Giuliante. "Crediamo - aggiunge - che, anche per consentire alla magistratura di poter lavorare con serenita' e nell'interesse dello Stato, questi atteggiamenti debbano cessare o, quanto meno, non debbano essere oggetto di enfatizzazioni. Chi cerca disperatamente una "colonna infame" cui legare l'attuale classe dirigente, e' destinato a essere deluso. Il gruppo regionale del PdL esprime la piu' totale solidarieta' al governatore dell'Abruzzo, condividendone il disagio e facendone proprie le ragioni in piu' occasioni ribadite". 

DI GIUSEPPANTONIO: PERICOLOSO CHIACCHIERICCIO MEDIATICO

"Il continuo chiacchiericcio, politico e mediatico, su presunti provvedimenti in arrivo da parte dell'autorita' giudiziaria nei confronti di diversi esponenti politici abruzzesi sta producendo effetti paradossali in tutte le istituzioni che non giovano all'attivita' amministrativa ed ai cittadini e creano un clima di sospetto da tutti contro tutti. Esprimo piena solidarieta' e vicinanza umana e politica, da amministratore e da uomo politico, al presidente della Regione, Gianni Chiodi, oggetto di queste voci incontrollate ed amplificate ingiustamente, che sta operando non senza difficolta' e con tutti i mezzi per risollevare l'Abruzzo, martoriato dal terremoto e dalla crisi". A parlare e' il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio. "Faccio un appello a tutti - prosegue - affinche' venga fermato questo stillicidio perche' in questa situazione c'e' il rischio concreto che soccombano le istituzioni e la politica, gia' minata da una cronica disaffezione da parte dei cittadini. Solo alla magistratura, del cui lavoro abbiamo il massimo rispetto e della cui rigorosita' non dubitiamo in alcun modo, spetta il compito di verificare scrupolosamente gli atti e i comportamenti di chi e' soggetto ad indagine giudiziaria". 

PICCONE, PDL: CHIODI VITTIMA DI AZIONE DIFFAMATORIA

"Una vicenda dal chiaro intento strumentale e diffamatorio ha visto protagonista il presidente della Regione Gianni Chiodi". Lo afferma il Coordinatore regionale abruzzese, Filippo Piccone. "Fortunatamente la Procura ha gia' avuto modo di smentire categoricamente il suo coinvolgimento nell'inchiesta G8 e appalti all'Aquila. E' evidente - aggiunge Piccone - come una campagna denigratoria di questo tipo vada a ledere la dignita' di un uomo che da sempre ha agito nella trasparenza e legalita' e sta continuando su questa strada anche nel difficile compito della ricostruzione. Mi sento di condannare, quindi, questi atteggiamenti che offendono l'uomo prima che il politico, da tutti conosciuto come persona integerrima, rispettosa delle regole e da sempre portata ad un comportamento morale ed etico inappuntabile a cui va tutta la mia solidarieta' e quella del Pdl abruzzese", conclude Piccone.


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