Dopo i mutui le carte di credito

16 Aprile 2008   08:38  

La settimana scorsa oggetto dell'argomento è stato l'attuale situazione non facile legata ai mutui e più in generale agli acquisti di beni di consumo attraverso l'erogazione da parte di banche e società finanziarie del così detto credito al consumo. Oggi vorrei affrontare un argomento che per tanti versi è direttamente collegato a quello dei pagamenti rateali ma con significative differenze: le carte di credito.

Sicuramente all'attenzione dei più non sarà sfuggito che tutti i più grandi eventi mediatici, in particolar modo quelli sportivi - olimpiadi o mondiali di calcio in primis - hanno tra gli sponsor principali società come Visa, Mastercard, American Express e mille altre ancora che tra i loro pricipali business hanno appunto la gestione delle carte di credito. La grande visibilità ricercata dalle società che operano in questo settore dimostra che esistono enormi opportunità di business. Proviamo a capirne il funzionamento. Gli attori che operano in questo processo sono quattro: L'ente finanziario che emette la carta, la banca/società finanziaria che la promuove, l'esercente che ha nel suo negozio lo strumento di pagamento (pos) e ultimo, non pero' per importanza, il nostro amico consumatore. Tecnicamente la carta di credito equivale ad una concessione di una linea di fido che si rinnova mensilmente; chiunque di noi ne abbia richiesta una, ha sentito domandarsi dall'istituto finanziario se è proprietario di un immobile, quanto guadagna, se ha familiari a carico, se è divorziato.. Tutte queste informazioni servono, attraverso l'analisi del nostro profilo comportamentale/reddituale, a definire il così detto plafond della carta, ovvero la disponibilità di spesa che viene concessa. Il grande business delle carte di credito sta nel fatto che il negoziante, al momento della strisciate della carta di credito nel suo POS, paga una commissione percentuale sull'importo che il consumatore spende. Questa commissione puo' arrivare fino al 3-4% dell'importo speso! Se quindi regalo alla mia bella mogliettina un anello tutto tempestato di diamanti e spendo ad esempio 1.000 € potrebbe accadere che se utilizzo la mia arma di pagamento il negoziante paga circa 30-40€ di commissione che poi viene diviso fra l'ente che emette la carta e la banca collocatrice. Chiaramente non è che il negoziante ci rimette e subisce passivamente questa situazione, difatti sapendo che oramai una buona parte dei pagamente avviene tramite carta di credito, il buon commerciante già ricarica abbondantemente sul prezzo d'acquisto..morale della favola la commissione di utilizzo della carta la paga il consumatore.

tornando agli attori del teatrino delle carte di credito, abbiamo

1- le società che emettono le carta di credito che ci permettono di fare acquisti in qualunque parte del mondo, anche girando con solo pochi euro in tasca,

2- la banca/società finanziaria che svolge un triplice ruolo: promuove presso la clientela le carte, concede la linea di fido sulla carta (difatti è la banca che ci manda la lettera di messa in mora se non onoriamo i nostri debiti!!) e fornisce ai negozianti gli strumenti di pagamento, i così detti POS ,

3- il negoziante che sul bancone di fianco alla cassa espone uno strumento che assomiglia ad una calcolatrice, spesso di colore e forme avveniristiche che manco Giugiaro.. dall'ermetico nome di POS -point of sale, per chi conosce le lingue-, e che quindi ci permette di usare le nostre scintillanti carte di credito,

4- ultimo, ma non per importanza, l'amico consumatore che utilizza la carta di credito principalmente per due motivi: ho un limite di spesa superiore rispetto al classico e ormai demodé bancomat, tutte le spese che effettuo in un mese, ad esempio in aprile 2008, la banca dove ho il conto corrente me le addebita in soluzione unica dopo un mese e senza costi. Finanziariamente Brillante!: per il consumatore razionale è meglio pagare fra un mese che pagare oggi, godendosi fin da ora il suo acquisto. Per il consumatore incosciente meglio cominciare a pagare a rate dal prossimo mese e le banche ringraziano..

Il problema delle carte di credito non nasce in quanto strumento di pagamento in senso stretto, al contratrio sorgono complesse problematiche qualora il cliente sceglie dl rimborsare l'importo speso a rate! Facciamo un semplice esempio: nel mese di aprile decido di comprarmi il televisore, un vestito nuovo e un qualche accessorio per la mia chitarra e ipotizziamo che spendo un totale di 1.500 €. Siccome ho utilizzato la carta di credito per il pagamento, sul mio conto corrente non vedro' nessun addebito nel mese di aprile; ipotizziamo che decido di rimborsare i 1.500 € con il pagamento di rate pari ad un decimo dell'importo stesso. Quindi nel mese di maggio, dal mio conto corrente la banca preleveverà la somma di 150 €. il debito residuo quindi è pari a 1.350 €; oddio, non proprio..non ci dimentichiamo che dal punto di vista finanziario la spesa fatta con la carta di credito equivale all'utilizzo di un fido (plafond mensile di spesa) che la banca mi ha concesso..mentre se effettuo il pagamento in soluzione unica non devo corrispondere interessi, se scelgo il pagamento a rate la banca mi applica un bel tasso d'interesse che per le carte più diffuse varia dal 15 al 25% annuo!! Facciamo due conti: 1.500 moltiplicato per il tasso del 20% diviso 12 perchè il tasso è annuo ottengo 25 € di interessi al primo mese. Il mese di maggio pago la prima rata pari a 150 € e il mio debito residuo (sommati gli interessi) è di 1.375 €. A giugno paghero' altre 150 €, gli interessi di competenza per il secondo mese saranno 1350 * 20% /12= 22.5 e quindi il debito effettuato il secondo pagamento è 1247.5 €. Fatti due conti, al di là del tasso d'interesse decisamente alto, comunque entro i limiti di legge (?!?), il rimborso segue un ammortamento predefinito.

Cosa succederebbe se nel mese di giugno volessi ricomprarmi il telefonino o più semplicemente fare la spesa alimentare per me, mia moglie e bernardo (il mio cane, per chi non lo sapesse)? spendo 200 €, pagati con la carta di credito, accade quindi che al debito residuo di 1247.5 € devo sommare 200 € arrivando ad un totale da rimborsare di 1447.5 euro. E se volessi mangiare e far mangiare mia moglie e il mio cane anche nel mese di luglio? Insomma il meccanismo delirante si è capito: io resto costantemente in debito sulla carta.. questo debito nasce magari da una piccola spesa "oltre le righe" che mi concedo il giorno del mio compleanno e poi (haimè) magari proprio dalla spesa alimentare.. Alla fine della fiera sto pagando la mia spesa alimentare a rate, ad un tasso del 20% annuo e il debito sulla carta di credito non si estingue mai..

Ci sono tante persone che pensano ancora che l'Italia sia ancora un paese di risparmiatori e che non ricorre al debito per le spese importanti figuriamoci per la spesa alimantare! A tal riguardo, non se se ci avete fatto caso, ma negli ultimi anni sono le stesse catene di grande distribuzione, discount compresi, ad emettere proprie carte di credito per pagare la spesa.. In pochi ne parlano, ma qualcuno afferma che il potenziale buco che potrebbe crearsi con le insolvenze sulle carte di credito è paragonabile a quello dei mutui che dalle ultime stime sembra essere arrivato a contare qualche centinai di miliardi di euro..

di Fabrizio Tennina

 


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