Dramma Morosini: ''Un singolo incidente non può pregiudicare la Polizia Municipale''

25 Aprile 2012   18:00  

“L’incidente occorso lo scorso 14 aprile a Pescara, in occasione dell’incontro di calcio con il Livorno, e la morte del giovane campione Morosini è sicuramente un fatto gravissimo, su cui sapranno fare piena luce da un lato l’indagine affidata alla Magistratura, dall’altra l’inchiesta interna aperta dalla stessa amministrazione comunale per accertare responsabilità e adottare i relativi provvedimenti. Ma quel singolo incidente non può, comunque, pregiudicare l’ottimo ed encomiabile lavoro che ogni giorno viene svolto dal Corpo della Polizia municipale di Pescara, un impegno costante profuso da 160 uomini e donne, tra agenti e ufficiali, che hanno bisogno della fiducia dei cittadini. E il comportamento di grande dignità e compostezza dimostrato dalla famiglia di Morosini come pure dalla città di Bergamo che non hanno mai avuto una parola fuori posto, pur dinanzi alla tragedia immane che li ha colpiti, dovrebbe essere un modello di comportamento anche per la nostra città”. Lo ha detto l’assessore alla Polizia municipale Gianni Santilli intervenendo sul ‘caso’ della morte di Morosini e sulla Polizia municipale.

“Tutti abbiamo vissuto come un dramma personale quanto accaduto all’interno e all’esterno del campo da gioco dello Stadio ‘Cornacchia’ il 14 aprile, un giorno che mai cancelleremo dalle nostre coscienze – ha detto l’assessore Santilli -. E proprio quel dramma, vissuto come se Morosini fosse un nostro figlio, un fratello, un nipote, ci ha spinti ad aprire subito un’inchiesta interna al Corpo della Polizia municipale per verificare cosa sia accaduto all’esterno dell’ingresso dello Stadio in merito alla presenza di un’auto della Polizia municipale. Il prossimo 7 maggio vivremo un altro capitolo di quel dramma ascoltando l’ufficiale che quel giorno guidava quell’auto, un ufficiale che da quel momento si è ‘astenuto’ dal lavoro, non esistendo il provvedimento dell’autosospensione, e lo ha fatto per avere quel tempo necessario per ragionare a mente fredda su quel dramma che lo ha profondamente segnato, ma anche per dare ai propri colleghi quella tranquillità necessaria nell’affrontare, già dal giorno seguente, il lavoro quotidiano. Un lavoro mai semplice per un vigile urbano, agente o ufficiale che sia, e oggi, se possibile, ancora più complicato. Eppure quei vigili urbani sono gli stessi che nei giorni della nevicata, appena lo scorso febbraio, hanno soccorso centinaia di cittadini, portando anche nei punti più sperduti della città cibo e medicinali a chi non poteva scendere dalle colline, spesso raggiungendoli anche a piedi con le semplici calzature d’ordinanza. E sono gli stessi vigili urbani che di notte, con temperature esterne polari, hanno scortato spazzaneve e spargisale, lavorando anche per 18 ore consecutive senza mai lamentarsi, cercando di alleviare in ogni modo i disagi. E sono gli stessi vigili urbani che ogni giorno soccorrono utenti in difficoltà e vegliano sulla nostra sicurezza, presidiando zone ‘calde’ come via Caduti per Servizio. L’abbiamo detto sin dal primo giorno: sul ‘caso’ Morosini non avremmo accettato né processi di piazza né processi mediatici, perché nessuno può mettere in dubbio l’onore e la professionalità del nostro Corpo di Polizia municipale, indipendentemente dal coinvolgimento di un agente in un tragico incidente. Chi ha sbagliato pagherà, senza facili assoluzioni né giustificazioni, l’abbiamo sempre detto e lo ribadiamo, ma quel ‘caso’ non incide sulla credibilità, sul lavoro e l’abnegazione che i nostri agenti mettono in campo ogni giorno. Nel giorno dei funerali, a Bergamo, del giovane Morosini, il nostro sindaco Albore Mascia è stato accolto come un ‘fratello’ dalle Istituzioni e dai cittadini, a partire dalla famiglia di Morosini: non una parola fuori posto, non una recriminazione, non un’accusa. Un comportamento di grande dignità, di compostezza nel dolore, di consapevolezza che quanto accaduto non doveva accadere, ma pure rientra nel campo dell’imprevedibile, nella certezza che comunque sarà fatta piena luce e giustizia sull’intera vicenda, ma senza spiriti di vendetta. Tale comportamento oggi dev’essere un esempio per tutti”.


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