Droga, arrestato a Pescara insospettabile avvocato

12 Gennaio 2011   14:01  

Droga trattata nei pressi del Tribunale di Pescara ma anche spacciata dentro lo studio di un avvocato: è quanto emerge dall'operazione "Giano New", condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Chieti, che ha portato all'emissione di otto ordinanze di custodia cautelare: in particolare quattro persone sono finite in carcere, altrettante ai domiciliari, provvedimenti ai quali si aggiunge un obbligo di presentazione alla P.G..

Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Pescara Luca De Ninis su richiesta del sostituto procuratore Gennaro Varone. Per gli inquirenti si tratta di un sodalizio che aveva creato una vera e propria catena di spaccio di sostanze stupefacenti destinate al mercato dell'area metropolitana Chieti - Pescara ed in particolare ad alcuni professionisti della cosiddetta "Pescara bene".

Tra gli arrestati, ai domiciliari, un avvocato del Foro di Pescara, Gianluca Polleggioni, 42 anni di Città S. Angelo. Sempre ai domiciliari sono finiti Eliseo Sablone, 43 anni di Pescara, operaio, il cartomante pescarese Antonio Luzi di 49 anni ed Eusebio Serrani, 45 anni di Pescara.

In carcere a Pescara sono stati invece portati Raffaele D'Incecco, 53 anni, pensionato di Pescara e Giovanni Lerino, 57 anni originario di Napoli mentre il provvedimento è stato notificato a Domenico Borelli, 57 anni originario di Crotone e a Italo Gaspari, 37 anni di Pescara che già vi si trovavano per altri motivi rispettivamente nelle carceri di Pescara e Chieti. Obbligo di firma per un'avvocatessa originaria del Lazio.

L'operazione ha preso le mosse dall'arresto, nei mesi scorsi, di Domenico Borrelli e Antonio Mastramico per falsa testimonianza e intralcio alla giustizia. I due infatti, dapprima con una condotta intimidatoria quindi con cessioni di stupefacenti a titolo gratuito avevano istigato una persona, vittima di un grave reato perseguito nell'ambito dell'operazione "Submission", nel corso della quale erano stati arrestati Claudio Mastramico e Antonio Mastramico, a commettere il reato di falsa testimonianza per alleggerire la posizione di questi ultimi: le indagini hanno dunque consentito di individuare la catena di spaccio, per lo più cocaina, destinata in larga parte a professionisti insospettabili. Secondo la Mobile di Chieti, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa con il dirigente Francesco Costantini, al vertice del sodalizio c'era D'Incecco che si avvaleva della collaborazione di Borrelli e Lerino, che trattavano la droga con Polleggioni, e di Serrani - con quest'ultimo fungeva da assaggiatore della droga, di Sablone e Gaspari che per conto di D'Incecco la cedevano ad altre persone per uso personale. Secondo gli inquirenti l'avvocato Polleggioni per piazzare lo stupefacente si serviva di Luzi e le cessioni di droga a Luzi avvenivano sistematicamente all'interno dello studio legale. Luzi era stato fermato per quattro volte nei pressi dello studio legale, dopo aver ricevuto lo stupefacente.

Nonostante i 4 sequestri di cocaina da lui ceduta, hanno accertato gli inquirenti, Polleggioni continuava nella sua attività limitandosi solo ad adottare alcune piccole precauzioni: la droga una volta fu ceduta in pieno centro e un'altra volta fu lasciata su un muretto nei presi dello studio. In gergo, per indicare la quantità di droga, Luzi utilizzava parole convenzionali come Raiuno, Raidue e Raitre per indicare rispettivamente 3, 6 e 9 grammi di sostanza. Più sfumata la posizione dell'avvocatessa, alla quale viene contestata una presunta cessione di cocaina.


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