Droga dalla Campania: sgominato clan camorristico, 18 arresti

Rossini: allerta per mafiosi che sfruttano l'Abruzzo

16 Febbraio 2011   07:44  

 Un'organizzazione criminale per il traffico di droga tra la Campania e l'Abruzzo, guidata da Salvatore Puccinelli, capo clan camorristico del rione Traiano di Napoli, e' stata smantellata questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Pescara che stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 18 persone.

Sono accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti.
Puccinelli, 55 anni, detto 'Totore straccetta', sottoposto dal 2009 al regime di sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Montesilvano, si era trasferito nella citta' adriatica con la moglie, Angela Savarese, 55 anni, e il figlio Ciro Puccinelli, 22 anni.
Per i carabinieri i tre avevano dato vita a un'associazione a delinquere, con tanto di capi e gregari, ognuno con i propri compiti e il proprio ruolo, finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti. Provvedevano cioe' al reperimento, alla detenzione, al trasporto continuativo e alla cessione costante di ingenti quantitativi di cocaina, in arrivo da Napoli, per venderla nelle province di Pescara e Teramo attraverso un sodalizio subordinato e strettamente collegato all'organizzazione.

L'operazione in corso e' dei militari del Nucleo investigativo di Pescara insieme ai carabinieri di Napoli. A disporre gli arresti e' stato il gip di L'Aquila su richiesta della Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila.

Gli arresti di oggi - si legge in una nota a firma del colonnello Marcello Scocchera - sono la conclusione di una lunga indagine condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Pescara, realizzata attraverso innumerevoli servizi di appostamento, osservazione ed intercettazioni, con il costante coordinamento della magistratura della Dda dell'Aquila.

L'indagine e' cominciata a seguito di una attivita' investigativa dei carabinieri di Teramo che ha consentito di ricostruire e documentare come il gruppo operante in quella zona dell'Abruzzo fosse sottomesso a quello smantellato oggi.

Anche su Teramo il capo indiscusso era Puccinelli, sostegnono i carabinieri. Il napoletano deve scontare una pena definitiva con scadenza nel 2051 per una sentenza di condanna per il 416 bis, passata in giudicato ma la cui esecuzione e' stata sospesa per le precarie condizioni di salute dei Puccinelli.

Stamattina in conferenza stampa il Procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Alfredo Rossini, torna a ribadire la massima attenzione della Procura, verso chi pensa di poter arrivare in città e avviare traffici. In Abruzzo, ha spiegato il Procuratore, "non c'è un controllo militare da parte dei clan ma qui si instaurano  situazioni di sfruttamento delle conseguenze delle attività mafiose presenti in altri posti”.

Il procuratore capo ha incontrato giornalisti insieme al sostituto procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila  David Mancini e al comandante provinciale dei Carabinieri di Pescara, Marcello Galanzi.

Rossini ha aggiunto che l'Abruzzo era un posto ‘forte e gentile’, un'isola felice, nessuno immaginava che ci fossero tanti mafiosi, " ora però gli facciamo sapere che lo sappiamo e quindi staremo più attenti”.

La presenza di esponenti della criminalità organizzata in regione, non stupisce il procuratore che ricorda come all'indomani del terremoto fu subito chiaro che ci sarebbe dovuti occupare di "organizzazioni criminali che cercheranno di prendere i soldi della ricostruzione, quattro soldi, se arriveranno. Purtroppo è stato così ed è così. Ed è grave.”

Durante le indagini sono stati eseguiti alcuni arresti tra cui quello di una latitante a Napoli e quelli di due persone fermate in flagranza di reato per spaccio di stupefacente, e altre persone sono state denunciate in stato di liberta'. Sono stati accertati e documentati circa 50 episodi di spaccio al dettaglio, nel periodo tra settembre 2009 e febbraio 2010, a carico di alcuni personaggi locali, ritenuti pedine terminali della "filiera".

L'operazione di oggi, denominata "Neapolis", pone un argine al tentativo di infiltrazione della malavita campana nella provincia abruzzese, commentano i carabinieri, in particolare per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti.
I militari dell'Arma mettono in evidenza "lo spessore criminale dei soggetti coinvolti, che non sono semplici spacciatori ma esponenti di spicco di un sodalizio organizzato".

a cura di Barbara Bologna



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