Emergenza cuore in Abruzzo: il 30% della popolazione è a rischio

23 Ottobre 2006   12:11  
Il 30% degli abruzzesi soffre di almeno un fattore di rischio tra ipertensione e ipercolesterolemia, rispetto al 25% della media Italia. Nello specifico, il 21% è affetto da ipertensione, il 16% da un elevato tasso di colesterolo nel sangue, mentre nel 7% dei casi si rilevano entrambi i fattori di rischio. I dati sono emersi dall´indagine Eurisko - Pfizer Cardio 360 effettuata in Italia su un campione rappresentativo di 20mila soggetti di età superiore ai 18 anni, mille in Abruzzo. Si tratta dell´analisi più approfondita realizzata in Italia sulla prevenzione cardiovascolare per il numero di cittadini coinvolti. Dalla ricerca emerge una scarsa conoscenza della cultura della prevenzione nella popolazione abruzzese. Tra i soggetti che dichiarano di conoscere i fattori di rischio cardiovascolare, il 41% del campione non sa elencarne nessuno (contro il 35% della media Italia), il 14% cita il fumo, il 9% il colesterolo, lܐ% l´ipertensione. Solo lܐ% afferma che l´alimentazione scorretta è un fattore di rischio e addirittura soltanto il 6% del campione cita l´alcol. Sulle conseguenze derivanti da elevati livelli di colesterolo e ipertensione arteriosa, il 32% del campione afferma di non conoscerne gli effetti, il 28% cita l´infarto, il 28% l´ictus, mentre solo il 6% è consapevole che tali fattori generano patologie cardiocircolatorie. "Questi dati dimostrano che occorre lavorare ancora molto per diffondere la cultura della prevenzione - evidenzia il professor Andrea Mezzetti, direttore del Centro di ricerca clinica della Fondazione "Università D´Annunzio" di Chieti - anche se nell´ultimo decennio sono stati compiuti diversi passi in avanti. Il tal senso - prosegue l´esperto - diventa sempre più rilevante il ruolo del medico di famiglia, il quale, essendo a diretto contatto con il paziente, ha l´occasione di proseguire nell´opera d´informazione sui fattori di rischio. Anche il ruolo della stampa è importante, perché, rivolgendosi alla massa può contribuire mediante la diffusione di concetti semplici e di facile interpretazione sull´importanza del controllo periodico del colesterolo, del diabete e degli altri fattori di rischio". Oltre a ribadire il ruolo strategico del medico di famiglia, l´indagine ha evidenziato l´importanza dei media nell´ambito della divulgazione della cultura della prevenzione: il 58% degli abruzzesi ha sentito parlare di prevenzione dalle tv e dalle radio, il 25% dalla carta stampata, il 43% dal medico di famiglia, il 12% dai familiari. Tra i soggetti con elevato colesterolo, soltanto il 10% ha smesso di fumare, il 19% segue una dieta, mentre il 16% ha limitato l´assunzione di alcolici. Il 45% degli ipercolesterolemici preferisce fare ginnastica o movimento. "Questi dati sono l´ennesima dimostrazione che in Abruzzo la prevenzione è ancora poco diffusa - ha evidenziato il professor Claudio Ferri, direttore del Dipartimento di Medicina interna e Sanità pubblica dell´Università dell´Aquila. E´ le cause sono molteplici. In Italia, per esempio, nelle scuole medie inferiori e superiori non s´insegna l´educazione sanitaria. La cultura della prevenzione - ha aggiunto Ferri - dovrebbe essere organizzata e divulgata da una pluralità di soggetti e a diversi livelli, non solo dal medico".

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