Emilio Fede indagato per concorso in bancarotta

Nell'ambito del caso Lele Mora

29 Luglio 2011   12:47  

Emilio Fede è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in bancarotta nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento della LM Management di Lele Mora. Qualche giorno fa, dopo aver ricevuto un invito a comparire, il direttore del Tg4 è stato ascoltato dai magistrati milanesi titolari dell'inchiesta.

Ieri, invece, è stato il turno di Mora, attualmente in carcere, che è stato interrogato dal pm Eugenio Fusco per tentare di ricostruire i fatti legati alla bancarotta della società. Durante il suddetto colloquio sarebbe emerso  un prestito presunto all'ex agente dei vip concesso da parte del premier Silvio Berlusconi, totalmente estraneo all'inchiesta.

Di questo prestito si era già parlato all'interno del 'caso Ruby' e sarebbe pari a 2,85 milioni di euro. Stando alla tesi formulata dall'accusa Fede sarebbe il presunto intermediario dell'operazione e avrebbe trattenuto per sé parte del denaro che sarebbe stato versato, nel gennaio 2010, per evitare il fallimento della società di Mora.

Gaetano Pecorella, avvocato del giornalista, ha precisato la posizione del suo assistito: "L'interrogatorio è servito a dare ai magistrati tutte le notizie da loro ritenute necessarie per le indagini, nonché a dimostrare l'estraneità di Emilio Fede alle vicende patrimoniali di Lele Mora, con il quale, non è mai stato socio, non ha mai avuto interessi in comune, né dello stesso conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza". Il legale ha inoltre definito questa notizia come "scontata.  E' già noto che nel corso delle indagini per il procedimento cosiddetto Ruby era emerso come Mora avesse dato una somma a Fede e che lo stesso Mora aveva pubblicamente dichiarato che tale somma costituiva la restituzione di un prestito avuto nel corso del tempo".

Pecorella, inoltre, ha aggiunto che il direttore "ha ricostruito nel dettaglio, anche attraverso documenti, quale sia stato l'importo a lui restituito. A riprova della trasparenza della sua posizione ha dato il preventivo consenso a qualunque rogatoria e in qualunque paese estero. Proprio le rogatorie  dimostreranno la verità di quanto affermato dal direttore Fede".

Francesco G. Balzano


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