Enti locali fuori cda dell'Università di Chieti: polemiche

25 Agosto 2011   08:06  

La decisione presa dall’ Università G. D’Annunzio di Chieti, di escludere gli enti locali dal consiglio di amministrazione è politicamente e amministrativamente inaccettabile.

A dichiararlo è il coordinatore provinciale di Fli e capogruppo a Chieti Alessandro Carbone.

Un "no" deciso e articolato all'esclusione del Comune di Chieti e della provincia dal consiglio di amministrazione dell' ateneo, una decisione dunque, che rischia di far precipitare rovinosamente le relazioni tra ateneo e territorio.

Oggi si registra anche sul versante universitario una politica di penalizzazione della Città capoluogo, afferma Carbone che non può essere in alcun modo accettata e deve dare luogo ad una coerente e decisa azione politica ed amministrativa. L'Università non può essere chiusa, non aperta al contributo degli Enti Locali, in quanto considerata premessa per lo sviluppo futuro, al quale non può essere estraneo il territorio.

Non si può cancellare della d'Annunzio la presenza delle istituzioni locali, Comuni e Province in primis.

Il Consigliere Comunale del PDL, Emiliano Vitale, in relazione alle decisioni del Consiglio di Amministrazione dell’Università, ha dichiarato:  «La notizia del rifiuto della maggioranza del Consiglio di Amministrazione della Università d’Annunzio, rappresentata per lo più dai professori universitari, di garantire la presenza dei Comuni di Chieti e Pescara e delle Amministrazioni Provinciali di Chieti e Pescara all’interno dello stesso Consiglio di Amministrazione modificando la bozza del nuovo statuto dell’Ateneo, è una gravissima che potrebbe avere conseguenze pesanti per la nostra Città.

 La decisione assunta esclude la rappresentanza di una Città che è tutt'uno con l'Università grazie anche ad interventi strutturali e di comunicazione che, come ha ben specificato nella sua missiva il Sindaco, porterebbero ad una maggiore sinergia fra le due Istituzioni.

 Il Decreto Gelmini non può essere la giustificazione per l'esclusione a priori della della città di Chieti dal CdA della D’Annunzio specie quando altre Università italiane hanno già risolto il problema confermando la rappresentanza dei Comuni all'interno dei loro Consigli d'Amministrazione.

 Spero che questo non sia un regalo d'addio alla Città del Rettore uscente e sono fiducioso che il Sindaco Di Primio, unitamente ad altri rappresentati istituzionali comunali e provinciali, è già al lavoro per cercare di evitare questa esclusione.

 L'attenzione dovrà rimanere alta e se ci accorgeremo che l'Università ha una posizione preclusiva ad una soluzione al coinvolgimento del Comune nel proprio CdA, considerato che sono molti i cittadini che in queste ore cominciano a manifestare il proprio dissenso in merito a questa scelta, non si escludono, estrema ratio, forme di protesta.

 Questo è il momento perché tutte le forze politiche cittadine, soprattutto la parte giovane, dimostrino realmente il loro attaccamento alla Città e si uniscano in questa legittima protesta volta salvaguardare quello che ancora rimane della teatinità nell’Università D’Annunzio.

 A tal proposito registro l’adesione alla mia proposta di mobilitazione ricevuta dalla Presidente Provinciale della Giovane Italia, Jessica Verzulli, che ringrazio e che come me ritiene assurda la decisione dell'Università di rinunciare alla presenza del Comune di Chieti nel suo CDA.»

 Anche il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, non nasconde la profonda delusione per l’odierna votazione del Consiglio di Amministrazione della D’Annunzio relativamente all’approvazione del nuovo statuto il quale prevede la esclusione degli Enti Locali, quindi anche del Comune di Chieti, dal futuro C.d.A..

 «Con l’odierno voto il Rettore e chi ha appoggiato la sua proposta hanno dimostrato che le richieste di coinvolgimento del Comune e del territorio con la Università in realtà era solo dichiarazioni di facciata.

 La Università d’Annunzio, che esiste grazie alla intuizione negli anni sessanta soprattutto di politici locali ed in primis degli Amministratori del Comune di Chieti, o meglio chi ha deciso di ignorare il mio appello dimostra, non solo di non avere il senso della riconoscenza, ma neppure di avere lungimiranza se pensa di poter fare a meno del contributo del Comune e degli altri enti privo di condizionamenti e volto esclusivamente al bene della Città, del territorio e dell’Università stessa.

 Spero che la odierna delusione possa essere lenita domani quando si riunirà il Senato Accademico che dovrà ratificare le decisioni del Consiglio di Amministrazione dell’Università.

 Per quanto mi riguarda, certo dell’univoco intento anche degli altri amministratori locali, la vicenda non può dirsi conclusa.

 Di pari passo con la richiesta di coinvolgimento di partecipazione del Comune nel Cda dell’università preannuncio che i primi giorni di settembre offrirò all’Università D’Annunzio la possibilità di fruire di prestigiosi locali comunali affinchè il Rettorato e la Direzione Amministrativa e gli Uffici con essi connessi possano essere trasferiti nel Centro Storico della Città.»


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