Esche sentimentali per poi ricattare le vittime

Si cerca il tesoro derivante dalle estorsioni

16 Giugno 2008   09:06  

Ora si cerca il tesoro, quei sette milioni di euro di Ernano Barretta, il capo della famiglia italo-tedesca, allargata ad una coppia di complici, che adescava facoltose donne tedesche, portandole al letto e fotografando e riprendendo tutto, per poi ricattarle.

Gli investigatori della squadra Mobile di Pescara dopo i sei arresti dell’operazione “Settari”, sono ora alla ricerca di quel “metro cubo di denaro” di cui si parla nelle intercettazioni telefoniche.

Dell’incasso milionario, consistente in più di 9 euromilioni, ottenuto attraverso quelle che per la procura sono truffe, nelle mani degli inquirenti c’è finora 1,7 milioni di euro, quel che è stato ritrovato, cioè, nei vari nascondigli del lussuoso agriturismo di Barretta a Pescosansonesco.

Primo passo, inevitabilmente, una serie di rogatorie internazionali nei confronti di Austria, Svizzera, Egitto e Croazia, i paesi nei quali Ernano Barretta e i componenti della presunta organizzazione criminale da lui guidata hanno operato o nei quali avevano interessi, vista l’improbabilità che i sette milioni di euro si trovino depositati in conti italiani

Il pm che coordina l’inchiesta, Gennaro Varone, ha intanto disposto il sequestro, fino al raggiungimento dei sette milioni, di tutti i conti intestati a Barretta, ai suoi familiari - i figli Clelia Barretta e Marcello Barretta e la moglie Beatrice Batschelet - e alla coppia di presunti complici dei raggiri, Helg Sgarbi e Franziska Gabriele Sgarbi, tutti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Gabriella Tascone con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, all’estorsione, al riciclaggio e al reimpiego di denaro provento di attività delittuose.

Novità interessanti sono ora attese dalle informazioni che potranno arrivare dalla Croazia, e soprattutto dall’Egitto, dove Barretta era sul punto di acquistare una villa a Sharm el Sheik, per la quale sarebbero serviti i 120 mila euro che erano in possesso dell’uomo, quando è stato fermato in aeroporto mentre, con il figlio, stava per volare al Cairo.


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