Faccia: Cialente vittima di egoismi e protagonismo

08 Marzo 2011   15:40  

Riportiamo la lettera inviata da Luigi Faccia, consigliere comunale di maggioranza, al sindaco Cialente dimissionario.

Caro Sindaco,

non posso che comprendere quanto deciso dopo l’ultimo sgarro perpetrato nei tuoi confronti nel Consiglio Comunale di ieri. Purtroppo è già da molti mesi che sei continuo bersaglio e colpevole di qualsiasi cosa si muova o succeda a L’Aquila e dintorni.

Sei stato bistrattato e tirato per la maglia da una parte e dall’altra da Politici senza scrupoli, da benpensanti e saccenti della città, da chiunque avesse la critica pronta e facile, ma di soluzioni neanche a parlarne. E’ vero, hai commesso molti errori, come tutti noi.

Ma chi non avrebbe commesso errori in una situazione così drammatica per la nostra città ed in un momento così difficile per il nostro paese. Probabilmente sei stato troppo gentile ed educato con chi ti stava intorno essendo poco autorevole ed autoritario, ma sappiamo bene che l’autorevolezza del ruolo viene, oltre che dal carattere, anche dalla maggioranza politica che ti sostiene.

Probabilmente sei stato poco risoluto nel cambiare marcia alla macchina comunale, non mettendo da parte alcuni individui a cui la legge Bassanini ha dato infiniti poteri e che sono stati il vero ostacolo dell’Amministrazione. Sicuramente, caro Sindaco, non siamo stati capaci di fare squadra intorno alle istituzioni, rispettandole e difendendole contro tutto e tutti.

Nella situazione in cui siamo piombati dopo il terremoto, dovevamo avere la capacità di stringerci tutti attorno al Governatore Chiodi, al Presidente della Provincia Del Corvo ed a te Sindaco della città ferita ma, purtroppo, per opportunità politiche, egoismi personali e puro protagonismo non ci siamo riusciti. Riconosco che la mia collocazione in una lista civica facilita molto questi ragionamenti, a differenza di chi appartiene a partiti politici, permettendomi di pensare ed attuare quanto sopra descritto senza avere ordini di scuderia da rispettare. Detto ciò, Sindaco, vorrei invitarti a riflettere sulla situazione attuale ed a quello che potrebbe succedere alla nostra città lasciandola senza guida, esponendola, probabilmente, ad un lunghissimo commissariamento che ne decreterebbe la sicura morte.

Per quanto mi riguarda, se dovessi ripensarci, cosa che onestamente auspico, sarò in Consiglio Comunale ad aspettarti per continuare a svolgere onestamente il mandato affidatomi dagli elettori, lavorando per la mia città ed essere sempre presente in aula come ho fatto finora.


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