Falsi permessi di soggiorno, tre romani arrestati a Pescara

16 Dicembre 2010   15:58  

Vendevano agli stranieri falsi documenti di lavoro, facendosi pagare lautamente, per procurare ai clandestini il permesso di soggiorno. Con questa accusa tre persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Pescara, in collaborazione con quella di Roma, in esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal gip di Pescara Gianluca Sarandrea su richiesta del pubblico ministero Salvatore Campochiaro.
Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Zara, 66 anni di Ardea (Roma), Simona Molini, 37 anni di Albano Laziale (Roma), Giuseppe Formica, 64 anni di Roma mentre un sessantenne di Montesilvano, Gianfranco P., e' destinatario della misura dell'obbligo di dimora ma si e' reso irreperibile. Tutti sono indagati per falso in atto pubblico e fabbricazione e possesso di documenti falsi. Le indagini hanno preso il via a maggio quando, allo Sportello Unico per l'Immigrazione della Prefettura di Pescara, e' stato convocato un pescarese che risultata firmatario di una domanda di regolarizzazione in favore di un cittadino egiziano. Al personale della Prefettura l'uomo ha detto di non aver mai richiesto alcuna assunzione. E' emersa cosi' un'ulteriore pratica di emersione, collegata alla precedente, anch'essa relativa a un cittadino egiziano e le successive indagini hanno consentito di scoprire un sodalizio criminale guidato da Molini, una consulente del lavoro con studio a Roma. L'organizzazione favoriva, di fatto, l'immigrazione clandestina attraverso la predisposizione di documenti falsi e oltre ad essere molto attiva nella zona di Roma aveva ramificazioni in provincia di Pescara. Gli indagati, con ruoli diversi all'interno della banda, avrebbero preteso e ottenuto dagli stranieri il pagamento di cospicue somme di denaro oscillanti tra i 3.000 e i 4.000 euro. Il pescarese era, per la polizia, il referente del sodalizio in questa cona nonche' firmatario di una delle false richieste.

Ubriaco, un uomo chiede ancora da bere ad una barista rumena di 19 anni e, al suo rifiuto, minaccia di colpire la ragazza e i colleghi della struttura ricettiva con delle pietre raccolte sulla vicina spiaggia. E' successo ieri sera in un hotel di Torino di Sangro (Chieti), dove i carabinieri della compagnia di Ortona (Chieti) hanno arrestato Donato Luciani, 49 anni, di Paglieta (Chieti). All'arrivo dei militari, l'uomo avrebbe dapprima cercato di lanciarsi contro la porta d'ingresso dell'albergo, per poi tentare di estrarre altre pietre dalle tasche per scagliarle contro i carabinieri. L'uomo e' stato rinchiuso nel carcere di Vasto (Chieti), con l'accusa di tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale.


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