Fars (Prc): No agli inceneritori se non si raggiunge il 40% differenziata

08 Luglio 2011   20:57  

Non possono esserci inceneritori se non si raggiunge la media regionale del 40% di raccolta differenziata: così stabilisce la legge regionale 45/2007 (Piano Regionale Rifiuti). A ricordarlo è Marco Fars, segretario regionale PRC, che torna a parlare di impossibilità dell'utilizzo degli inceneritori sul suolo abruzzese.

"Di Dalmazio e Gerardini oltre ad essere fuori dall’Europa si pongono anche al di fuori della grammatica italiana. Infatti il primo afferma che l'’Unione Europea indica per la gestione del ciclo dei rifiuti, come fasi complementari quella del riciclaggio e quella dell’'incenerimento, dal che se ne deduce o un'’incapacità di lettura della Direttiva Europea 2008/98 CE, o che accecato dall'’ideologia dell’'incenerimento mente sapendo di mentire.
La citata direttiva UE stabilisce solo come residuale e dopo aver realizzato appieno gli obiettivi di riduzione, riutilizzo e riciclaggio, la possibilità dell’incenerimento.
"Il secondo", prosegue Fars"inventa la categoria giuridica dei “tempi ragionevoli” assolutamente non prevista dall’art. 26, comma 3 della Legge regionale 45/2007 (Piano Regionale Rifiuti).
La legge stabilisce che “l’incenerimento di frazioni non altrimenti riciclabili, nell’ambito di flussi cui all’art. 13, comma2, in impianti dedicati, è ammissibile al raggiungimento della media regionale del 40% di raccolta differenziata”. E’ evidente che non c’è ad oggi alcuna possibilità di procedere nella realizzazione di inceneritori stando al testo della Legge, salvo difetti di comprensione della grammatica italiana o fantasiose invenzioni interpretative sui “tempi ragionevoli” nei quali raggiungere la soglia del 40%.
Vorrei ricordare che la Giunta regionale con deliberazione di indirizzo del 2 novembre 2009 si è posta l’obiettivo di abbassare tale soglia, quindi di modificare e non di rispettare l’attuale Legge regionale.
Tale modifica è anche al centro dell’inchiesta della Procura di Pescara. L’accusa sospetta infatti, per quanto appreso dalla stampa, che la modificazione della Legge regionale rientrasse in un “piano delittuoso” onde favorire uno specifico imprenditore privato.
Una maggiore saggezza richiederebbe di bloccare la strada dell’incenerimento e procedere speditamente sulla via di infrastrutture pubbliche ed incentivi per la riduzione, il riutilizzo ed il riciclo dei rifiuti."
"Su un punto si può essere d’accordo con Di Dalmazio" conclude Fars. "Le attuali SpA (ex-Consorzi) si sono dimostrate inadeguate e inadempienti nella realizzazione del piano regionale, rispetto al quale rivendichiamo con forza il ruolo di Rifondazione Comunista, tra le altre cose, proprio sul limite del 40%. Non crediamo però che l’Abruzzo abbia bisogno dell’ennesimo commissariamento, ma solo di rispettare le leggi"


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