Finanziaria 2011: la rabbia dei pensionati abruzzesi

15 Luglio 2011   13:47  

Protestano i pensionati del lavoro autonomo abruzzese contro la manovra economica varata dal governo e in corso di approvazione nei due rami del Parlamento.

"Siamo consapevoli e pronti ad accettare i sacrifici che gli impegni assunti in sede europea ed il rigore dei conti pubblici impongono al nostro Paese, a condizione pero' che gli stessi siano equamente ripartiti e tengano nella dovuta considerazione la situazione dei pensionati e delle classi sociali piu' deboli" affermano i pensionati del Cupla, il Coordinamento unitario dei pensionati del lavoro autonomo costituito dalle associazioni e dai sindacati dei pensionati di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcommercio e Confesercenti.

"Accogliendo l'invito del presidente della Repubblica alla coesione, alla rapidita' delle decisioni ed al dialogo tra le forze politiche e sociali - proseguono - condividiamo l'obiettivo di giungere alla definitiva approvazione della manovra entro pochi giorni, ma ribadiamo nello stesso tempo l'assoluta necessita' di rivedere alcune misure che rischiano di aggravare ulteriormente la gia' difficile situazione in cui versano le fasce deboli della popolazione, cioe' gli anziani ed i pensionati".

A giudizio del Cupla, "occorre attenuare significativamente il progettato sistema di blocco della scala mobile sulle pensioni, prevedendo in particolare soglie di operativita' piu' elevate e ripensare gli annunciati tagli e ticket sulla sanita' e sull'assistenza.

Al contrario, va operare un taglio ai costi della politica piu' deciso ed incisivo per reperire le risorse necessarie a garantire al Paese un modello di Welfare piu' sostenibile ed inclusivo". Il potere d'acquisto delle pensioni - conclude il Cupla - e' diminuito del 30% negli ultimi dieci anni e i fondi delle politiche sociali sono stati ridotti del 76% negli ultimi tre.

L'azzeramento nel 2011 del fondo per la non autosufficienza, il taglio al numero dei posti letto e le giornate di degenza in ospedale, sono solo alcuni degli elementi che tracciano una situazione gia' fortemente critica per anziani e pensionati sulla quale va richiamata l'attenzione del governo e del Parlamento affinche' non sia ulteriormente ed ingiustamente aggravata.


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