Fonderia Veco, operai rischiano mobilità, Bracco : "Convocare Cicas"

21 Dicembre 2017   13:10  
"Sedici operai che rischiano di non poter proseguire con la procedura della mobilità a causa di un cavillo burocratico. Una situazione dai contorni kafkiani quella che in queste ore si sta vivendo presso la Veco di Martinsicuro, storica fonderia e smalteria teramana e caposaldo del tessuto produttivo della Val Vibrata.
 
E' estremamente urgente che l'assessore regionale Andrea Gerosolimo, responsabile del Lavoro e della Formazione, convochi il Comitato di intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas) al fine di scongiurare un pericolo che, se concretizzato, lascerebbe senza entrate economiche sedici nuclei familiari molti dei quali monoreddito".
 
E' questo l'architrave del comunicato stampa che il Consigliere di Sinistra Italiana ed esponente di Liberi e Uguali Leandro Bracco ha diramato questa mattina e che riguarda una delicata questione occupazionale che concerne la provincia di Teramo. "Dopo una serie di ristrutturazioni, problematiche ambientali e difficoltà finanziarie – spiega Bracco – la Veco, una decina di giorni fa, è stata ammessa al concordato preventivo in continuità.
 
Una buona notizia sia per l'azienda che per i lavoratori accompagnata, fra l'altro, dall'arrivo di nuove commesse e da un probabile rilancio della produzione". "A queste novità positive si accompagna però – rileva Bracco – un cavillo burocratico che mette a serio rischio, per sedici operai licenziati in una delle ultime ristrutturazioni, la possibilità di accedere a un ulteriore anno di mobilità in deroga.
 
Come denunciato dalle segreterie provinciali di settore di Cgil e Cisl, questi sedici lavoratori licenziati il 27 dicembre 2015 si sono visti attivare la domanda di mobilità presso l'Inps solamente il 5 gennaio 2016, una manciata di giorni che in base al recente provvedimento assunto dal Cicas (articolo 4 del dispositivo riguardante l'area di crisi complessa Val Vibrata) impedisce di accedere alla proroga della mobilità in deroga. Tale norma infatti – evidenzia Bracco – prevede che della stessa mobilità in deroga ne possano usufruire solo coloro i quali termineranno l'ammortizzatore sociale entro il 31 dicembre di quest'anno". "Dinanzi a questa situazione che lambisce i confini dell'assurdo – sottolinea l'esponente di Sinistra Italiana-Liberi e Uguali – chiedo formalmente all'assessore Gerosolimo di convocare il prima possibile il Cicas allo scopo di adottare idonei e tempestivi provvedimenti al fine di tutelare i sedici operai in questione e, di conseguenza, le rispettive famiglie".
 
"Per quanto attiene a questa peculiare situazione (che comunque potrebbe interessare anche altri lavoratori di quella specifica area geografica licenziati a ridosso della fine dell'anno) sarebbe sufficiente che il Cicas medesimo modificasse il dispositivo allungando il termine fino alla data dell'8 gennaio 2018".
 
"Sarebbe inoltre opportuno – riferisce Bracco – cogliere l'occasione della questione Veco per decidere con congruo anticipo di adottare provvedimenti ad hoc nei confronti di quei lavoratori la cui mobilità ordinaria terminerà nel 2018. Da fonti sindacali mi risulta infatti che dovrebbe essere ancora disponibile una buona parte dei fondi per la mobilità in deroga, denaro recuperato dalla cassa integrazione straordinaria richiesta da un numero esiguo di aziende rispetto alle somme stanziate in origine.
 
Qualora fosse possibile concedere proprio la mobilità in deroga a coloro che termineranno quella ordinaria nel 2018, invito gli organi politici competenti – conclude Leandro Bracco – a una maggiore attenzione sulle forchette temporali. Il tutto per evitare le criticità emerse in questi giorni di fine 2017". 

 

 

 



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