Fp-Cisl: “Di Cosimo faccia chiarezza su mancati pagamenti Perdonanza e bandi-lampo Luci d'Artista"

18 Febbraio 2019   12:51  

“L'ex assessore alla cultura del comune dell'Aquila, Sabrina Di Cosimo, faccia chiarezza sul mancato pagamento degli artisti ingaggiati per “L'Aquila suona” e “I cantieri dell'immaginario”, manifestazioni inserite nella passata edizione della Perdonanza celestiniana e sui bandi per le Luci D'Artista, che sono stati espletati in pochissimi giorni, con una sola ditta interpellata e con compensi altissimi”.

A intervenire sul “caso Di Cosimo”, l'ex assessore alla cultura defenestrata, qualche giorno fa, dal sindaco Pierluigi Biondi, è la Fp-Cisl della provincia dell'Aquila.

“Senza entrare nel merito delle scelte politiche dell'amministrazione, che non ci competono (va rilevato, comunque, che non si tratta del primo assessore di una giunta a cui vengono tolte le deleghe. Rimpasti e sostituzioni, in tutte le amministrazioni comunali sono all'ordine del giorno)”, afferma Gianfranco Giorgi, della Fp-Cisl della provincia dell'Aquila, “come organizzazione sindacale intendiamo muovere alcuni rilievi, a tutela esclusiva dei lavoratori. L'ex assessore Di Cosimo continua pubblicamente a sottolineare di aver organizzato e gestito, in prima persona, la Perdonanza e le Luci D'Artista, dichiarando “la mia Perdonanza è stata la migliore, il mio Natale è stato il migliore”.

Ebbene”, evidenzia Giorgi, “vanno fatte alcune doverose precisazioni, a cui l'ex assessore dovrebbe, a questo punto, dare risposte.

La prima riguarda il mancato pagamento, fino ad oggi, di decine e decine di artisti e gruppi musicali che si sono esibiti negli spettacoli dell'Aquila suona e dei Cantieri dell'immaginario. Il lavoro, se svolto, va pagato e in tempi adeguati. Questo vale per il Comune, per la Asl e per tutti gli enti, soprattutto quelli pubblici.

Il secondo punto”, afferma Giorgi, “riguarda le Luci d'artista, che hanno un retroscena a dir poco inaccettabile. Un sindacalista di lungo corso come me non può tollerare quanto accaduto e, fino a questo momento, non giustificato, carte alla mano, né dal Comune, né tanto meno dalla Camera di commercio. Le Luci d'artista sono state finanziate con 15mila euro dall'amministrazione e ben 85mila dall'ente camerale, che hanno firmato un protocollo d'intesa reso noto solo “a cose fatte”, senza una preventiva comunicazione agli organi di informazione e alla città.

Ebbene”, incalza Giorgi, “vale la pena ricordare alla Di Cosimo che il Natale aquilano è stato finanziato dalle imprese locali che versano annualmente un contributo alla Camera di commercio. Non è un merito personale, se di merito si può parlare viste le polemiche. Soldi degli imprenditori della provincia dell'Aquila, che tra l'altro stanno soffrendo per la richiesta della restituzione delle tasse non versate e per un mercato che langue.

Inoltre”, prosegue Giorgi, “un sindacato non può sottacere sul metodo utilizzato per la scelta delle aziende a cui sono state affidate l'istallazione delle luminarie e la comunicazione avvenuta con due bandi-lampo, espletati in pochi giorni (magari su questo sarebbe opportuna un'indagine più approfondita degli organi competenti).

Il bando per l'affidamento delle luminarie ha tagliato fuori tutte le aziende locali, escluse anche per motivi temporali dalla possibilità di partecipare.

Quello della comunicazione, addirittura, ha previsto un importo di 10mila euro ad una sola società per un video e l'apertura di una pagina Facebook ferma al 24 gennaio scorso, in cui sono state ripostate, per un solo mese, foto scattate e di proprietà di altri autori. Questa la campagna promozionale che avrebbe dovuto portare L'Aquila fuori dal circuito locale”.

Giorgi annuncia iniziative a chiarimento di quanto esposto: “Al di là delle scelte politiche, opinabili o meno, e prima di rimarcare i personalismi”, conclude il rappresentante della Fp- Cisl della provincia dell'Aquila, “l'ex assessore alla cultura dovrebbe chiarire perché non sono stati pagati gli artisti e perché si siano spesi tanti soldi per una manifestazione, senza che neppure il consiglio camerale fosse messo al corrente degli accordi tra la presidenza della Camera di commercio e il Comune.

Questo, probabilmente, è il vero scandalo. Metteremo in campo tutte le iniziative, compresa una richiesta di accesso agli atti, per fare chiarezza su quanto avvenuto e su chi ha gestito cosa, nel solo ed esclusivo interesse dei lavoratori e delle imprese del territorio”.

 


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