Giustino Varrassi: ''Io massone? Ho già denunciato l'Espresso...''

Bisturi e compasso

03 Dicembre 2010   12:40  

Giustivo Varrassi, docente alla facoltà di medicina dell’Aquila,  specializzato in anestesia e rianimazione e in materie polmonari. Tra i massimi luminari internazionali della terapia del dolore si è insediato nel posto di nuovo direttore generale della Asl di Teramo, e si è presentato ieri alla stampa 
''Ho avuto la fortuna - ha affermato - di essere stato selezionato per ricoprire una posizione di grosso prestigio. Sono sorpreso: non pensavo si potesse scegliere una persona che poco ha a che fare con la politica, sebbene sia amico di molti politici abruzzesi. La Asl di Teramo aggiunge ha uno  staff di altissima competenza e professionalità''. Al centro del suo mandato l'obiettivo di fermare la mobilità passiva verso altre regioni, e rafforzare la sinergia con le Università.

Ma la domanda a cui la stampa attendeva risposta e relativa all'interrogazione del consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che accusa il neo-manager di essere un massone, come riferito dal settimanale dell'Esresso qualche anno fa,  e di essere dunque stato per ciò favorito nella nomina.

«Ho concluso nel 2005 la vicenda con una denuncia all’Espresso, che li ha visti perdenti», commenta seccamente. Più una minaccia che una risposta.

L'interrogazione del consigliere regionale Maurizio Acerbo

Un'interrogazione del consigliere regionale Maurizio Acerbo che farà discutere sulla nomina di  Giustino Varassi a direttore generale della ASL di Teramo;

Al Presidente

del Consiglio Regionale

Dott. Avv. Nazario Pagano

Interrogazione

(Nomina Direttore Generale ASL Teramo)

Premesso che

in data 29 novembre la Giunta Regionale ha proceduto, secondo quanto riferito dalla stampa , alla nomina di Varrassi Giustino a direttore generale della ASL di Teramo;

secondo quanto riferito dal quotidiano Il Centro del 30 novembre 2010: "Alla scelta del medico aquilano si è arrivati dopo due riunioni, entrambe a casa del governatore Gianni Chiodi, a piazza Sant'Anna (...) La prima si è svolta a mezzogiorno di domenica e vi hanno partecipato l'ex assessore Lanfranco Venturoni, gli assessori Mauro Di Dalmazio e Paolo Gatti, il segretario generale Enrico Mazzarelli, il socialista Nicola Di Marco e il consigliere di Fli Berardo Rabbuffo.

Una riunione preliminare in cui sono stati individuati i criteri della scelta. Innazitutto è stato deciso di non nominare persone che avevano già ricoperto l'incarico. E questo ha di fatto messo fuori gioco due nomi che circolavano: l'uscente Mario Molinari e il suo predecessore Sabatino Casini. Poi si è deciso di prendere in considerazione curriculum non necessariamente di teramani, ma di abruzzesi. Questo non ha favorito altri due candidati teramani, Fernando Cantagalli e Maurizio Monina. Ultimi requisiti: curriculum, carisma ed esperienza (...) La decisione è stata presa nella seconda riunione, che si è svolta domenica alle 22, sempre da Chiodi. A questa riunione hanno partecipato anche l'assessore regionale Giandonato Morra e il sindaco Maurizio Brucchi.

Alla fine il governatore, che è commissario per la sanità e che ha avocato a sè la decisione, ha fatto la sintesi della discussione e ha comunicato il nome di Varrassi";

non se ne trova traccia nell'ordine del giorno di convocazione della Giunta del punto relativo alla nomina del direttore generale e questo sembra confermare quanto riferisce il quotidiano il Messaggero che parla di "un vero e proprio blitz dopo due riunioni domenicali nella sua abitazione, una a mezzogiorno ora aperitivo un'altra dopo cena ora digestivo al solo e unico scopo di decidere il nome del nuovo direttore generale(...) il blitz avviene ieri mattina alle 11;

secondo quanto riferito dal quotidiano Il Tempo del 30 novembre 2010 "Venturoni riesce a far nominare una persona gradita", cosa piuttosto eccentrica considerato che si tratta di un ex-assessore pare sotto inchiesta e con obbligo di dimora;

lo stesso quotidiano esprime un giudizio di "perplessità" sulla figura del nuovo "manager": "Su di lui rimane l'incognita sulle capacità amministrative. Nel suo curriculum è infatti evidenziata l'alta valenza scientifica. La capacità di gestire 3.500 dipendenti la dovrà dimostrare sul campo";

se il resoconto corrisponde alla realtà dei fatti (ma non pare che siano usciti comunicati di smentita), la modalità di selezione del direttore generale appare quantomeno discutibile e probabilmente non conforme alle norme vigenti in materia non essendo la sede e alcuni convenuti quelli che la legge individua per lo svolgimento di tale procedura;

considerato che

in campagna elettorale Chiodi aveva annunciato una rivoluzione meritocratica nella Regione Abruzzo i cui criteri sono di difficile comprensione visto che la sua maggioranza ha nominato alla carica di Difensore Civico, ruolo che dovrebbe caratterizzarsi per terzietà e indipendenza, un uomo di partito già noto come collaboratore del sen. Pastore e che lo stesso Presidente, in qualità di Commissario, ha proposto la nomina di un condannato per "culpa in vigilando" a vice-commissario per la ricostruzione aquilana (solo per citare due casi che hanno suscitato perplessità e polemiche);

a meno che non si tratti di un caso di omonimia pare che il direttore generale nominato dalla Giunta Regionale sia stato "protagonista" di una vicenda raccontata nel giugno 2001 dal settimanale L'Espresso;

un tal Varrassi Giustino, docente universitario a L'Aquila, risultava nell'elenco, con tanto di numero di tessera indicato dalla rivista, della loggia Giuseppe Garibaldi di Nice (Francia) con la qualifica di maestro massone;

trattasi di una loggia, secondo l'inchiesta de L'Espresso, molto controversa e alla quale avrebbero aderito molti "confratelli italiani";

riferiva il settimanale che "C'è chi sostiene che molti sono emigrati, come massoni, dopo lo scandalo della P2. Altri hanno trovato nuova linfa per i loro affari";

Varrassi Giustino ha presentato ricorso al "Garante per la protezione dei dati personali" nei confronti del Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., in qualità di editore del settimanale "L'Espresso" contestando la liceità del trattamento effettuato dal settimanale in relazione alla pubblicazione, nel giugno 2001, di un articolo in cui si dava notizia della appartenenza dei ricorrenti ad una loggia massonica francese, indicandone nome, cognome, "il numero di tessera, la loggia di appartenenza, la professione dichiarata", nonché la città di residenza: "I ricorrenti lamentano, in particolare, di non aver ricevuto riscontro ad un'istanza inoltrata, nel luglio 2001, ai sensi dell'art. 13 della legge n. 675/1996 con la quale avevano chiesto di conoscere tutti i dati personali che li riguardano, la loro origine, la logica e le finalità del trattamento, nonché di ottenere la cancellazione degli stessi";

tale ricorso fu dichiarato inammissibile dal Garante (il testo del Provvedimento del 27 febbraio 2003 è disponibile on line sul sito www.garanteprivacy.it);

lo scrivente non è in grado di aggiungere nulla oltre quanto riferito nell'interessantissimo servizio dell'Espresso, né è a conoscenza di eventuali smentite da parte del Varrassi Giustino;

secondo quanto riferiva il quotidiano Il Centro del 26 novembre 2005 un tal Varrassi Giustino (è la stessa persona?) è stato al centro anche di vicende giudiziarie per le quali in primo grado era stato condannato a 1 anno e 3 mesi e dalle quali è uscito assolto in appello relativamente a rapporti con la clinica privata aquilana Villa Letizia (lo scrivente non è in possesso di notizie relative a un eventuale giudizio della Cassazione);

lo scrivente non intende sindacare le competenze professionali e le abilità manageriali del nuovo direttore generale della ASL teramana nè esprimere giudizi aprioristici e pregiudiziali essendosi limitato a riferire circostanze di cui è venuto a conoscenza attraverso la consultazione di fonti pubbliche come internet e gli organi di informazione;

il sottoscritto consigliere regionale Maurizio Acerbo

interroga

il Presidente della Giunta Regionale per sapere

se sia a conoscenza dei fatti e delle circostanze riferiti o se ne abbia accertato la veridicità;

se la procedura di nomina sia stata conforme alla normativa vigente in materia.

il consigliere regionale

Maurizio Acerbo


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