Gli abruzzesi torneranno a pagare il ticket sanitario. Polemiche e precisazioni

11 Agosto 2011   15:33  

E così gli abruzzesi festeggeranno il ferragosto con il ticket sulle visite specialistiche, che la politica regione da mesi considerava ipotesi irricevibile.

Coloro che superano la soglia di reddito dei 36mila euro annui pagheranno 10 euro per le visite specialistiche nelle strutture pubbliche visite radiologiche comprese.

La trattativa con il ministero dell'Economia è infatti fallita e il presidente Gianni Chiodi, insieme ad altri governatori, se torna a casa con le pive nel sacco.

Queste le sue dichiarazioni e giustificazioni: ''Non abbiamo bisogno di nuovi ticket, ma non possiamo fare altro che applicare la legge. Le nostre proposte, che poi sono quelle di altre 4-5 Regioni, non sono passate, o meglio in questa circostanza storica il governo non le ha valutate riservandosi di farlo più in là, forse alla fine di settembre, chiedendo sacrifici a tutti. E siccome io non posso andare contro la legge, sono obbligato ad attuarla inserendo i ticket da 10 euro fino a quando, insieme ai governatori delle altre regioni, riuscirò a far capire a Roma la valenza delle nostre ragioni''

E sopratutto aggiunge: '' «In Abruzzo circa il 70 per cento dei pazienti è, comunque, esente dal ticket per reddito o per patologia. Per cui, questa nuova misura, introdotta dalla legge 111 del 2011 che riprende una manovra dell'ex governo Prodi, riguarda solo quel restante 30 per cento di cittadini che, invece, il ticket è obbligato a pagarlo''.

A seguire le dure reazioni politiche.

Il Pd: ''Chiodi mente: il ticket sarà un salasso per quasi tutti gli abruzzesi''

'La stragrande maggioranza degli abruzzesi paghera' il ticket'. Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Regione, Camillo D'Alessandro, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa riguardante la sanita'. All'incontro erano presenti anche i consiglieri regionali Giovanni D'Amico e Claudio Ruffini. Gli esponenti dell'opposizione hanno sostenuto che non e' vero che le persone che hanno un reddito al di sotto dei 36 mila euro saranno esentate dal pagamento del ticket. Secondo i consiglieri del Pd l'esenzione riguardera' invece solo alcune categorie 'le altre - ha sottolineato D'Amico - vanno in regime standardizzato. Ad esempio - ha proseguito - un lavoratore dell'industria dovra' pagare il ticket. Queste cose bisogna dirle altrimenti - ha concluso - si crea sfiducia, confusione e un clima assolutamente negativo'. D'Alessandro ha evidenziato soluzioni alternative che avrebbero consentito di reperire risorse per evitare l'applicazione dei ticket come, ad esempio, l'aumento di quelli relativi ai codici bianchi. 'Tra le ipotesi - ha detto il capogruppo del Pd - anche la possibilita' di verificare quali mutui o cartolarizzazioni allungare ulteriormente nel tempo. Era importante - ha concluso D'Alessandro - fare queste due manovre in quanto il ticket sulle prestazioni ambulatoriali e' la tassa piu' odiosa che colpisce chi ha bisogno'. Da parte sua Claudio Ruffini ha sostenuto che in due anni e mezzo la giunta regionale e' stata caratterizzata da 'tanti annunci e poca concretezza'.


Idv: ''Chiodi costretto a dire obbedisco...''

 "Appena venti giorni fa, Chiodi dichiarava "considero il ticket richiesto dal Governo eccessivo e penalizzante. Per questo ho deciso di congelarne, per il momento, l'applicazione in attesa di un confronto con il Governo con cui valutare la possibilita' di soluzioni alternative. Come al solito purtroppo per Chiodi e per tutti gli abruzzesi, il nostro Governatore e' costretto a dire "ubbidisco" suo malgrado, ma evita di trarre le necessarie conclusioni". Lo ha detto in una nota Cesare D'Alessandro, vice capogruppo regionale dell'Idv.

"Nulla di fatto, Berlusconi e Tremonti impongono a tutte le regioni i ticket da 10 euro sulla specialistica, - ha aggiunto - riservando l'esenzione a quelle famiglie il cui reddito complessivo non supera i 36mila euro. Potrebbe sembrare a prima vista giusto, un sacrificio necessario ma ponderato sulle rispettive ricchezze e poverta'; tutti, pero', sappiamo che a pagarne il conto saranno soprattutto le famiglie che vivono di lavoro dipendente, quelle che non nascondono nulla al fisco.

Una famiglia con due lavoratori dipendenti a reddito basso, quasi certamente dovra' farsi carico del ticket.

A beneficiarne, invece, i soliti noti o meglio ignoti, - ha detto ancora D'Alessandro - gli evasori totali e parziali, i titolari di affitti in nero, i possessori di case non dichiarate. Siccome Chiodi puo' chiederlo all'Ufficio delle Entrate, ci faccia sapere quanti proprietari di Suv e barche pagheranno il ticket o se, al contrario, i cittadini onesti dovranno farsi carico di pagare ai ricchi disonesti l'assistenza sanitaria, quella scolastica e cosi' via.

In ogni caso sarebbe stato meglio fare riferimento al reddito ISEE, da certificare mediante autodichiarazioni a pena di falso, o comunque, visto che ad evadere sono anche e soprattutto i ricchi, sarebbe sarebbe stato opportuno non applicare per nulla i ticket. Il Governo Berlusconi avrebbe potuto percorrere strade alternative, ma quando si tratta di far cassa, anziche' colpire i possessori di patrimoni, di yacth ed elicotteri, e' sempre piu' semplice e facile percorrere la solita vecchia strada che porta diritto alle tasche del ceto medio-basso, che come Toto' deve sempre rispondere "e io pago! e io pago!".





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