Gran Sasso: la funivia resta chiusa, Idv e Ugl contro Cialente

29 Dicembre 2010   15:56  

"E’ semplicemente imbarazzante commentare quanto accaduto con la mancata riapertura della stagione invernale a Campo Imperatore. Dopo proclami e promesse fatti dal Sindaco e dal Presidente del CTGS, assistiamo alla 'cronaca di una catastrofe annunciata'". E' il commento di Piero Peretti, segretario regionale Ugl, dopo che, per problemi legati al collaudo, slitterà ancora la riapertura della Funivia del Gran Sasso che doveva tornare in funzione oggi.
"Sebbene ci fossero a disposizione, da ottobre 2009, 3,5 milioni di euro donati dalla Protezione Civile per la revisione della funivia - ricorda Peretti - la stagione invernale 2010-2011 non può partire.
Il Presidente del CTGS parla di 'fatalità' per giustificare la prevedibile 'catastrofe'" aggiunge Peretti, che prosegue: "il Sindaco, non parla proprio! In un momento particolare, come il nostro, in cui si dovrebbero sfruttare tutte le opportunità per il rilancio economico del territorio, a causa dell’incapacità dei nostri amministratori assistiamo all’ennesima disfatta.
Almeno cento i posti di lavoro persi nei 6 alberghi interessati, per non pensare al danno arrecato alle microstrutture ricettive ed a tutto l’indotto.
Chi rimborserà i 215.000 € derivanti da 1300 aquilani che hanno sottoscritto la stagionale al costo di € 165 cadauno con tanto di clausola che esclude qualsiasi rivalsa in caso di mancata apertura?
Per pudore e rispetto nei confronti della città, il Presidente del CTGS Vittorio Miconi deve dimettersi immediatamente ed il Sindaco Massimo Cialente - conclude Peretti - deve fornire chiarimenti pubblici e convincenti". 

Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario dell'Italia dei valori Lelio De Santis, che si domanda "di chi sono le responsabilità".
"E’ incredibile - spiega - quello che succede a L’Aquila per la riapertura della funivia di Fonte Cerreto, dopo 8 mesi di blocco che ha penalizzato il turismo aquilano ed ha impedito la fruizione del Gran Sasso, unica vera risorsa del territorio, soprattutto ora che la città è disastrata.
Quando il nastro era pronto per essere tagliato da Letta e Bertolaso, ci si è accorti che un pezzo del motore si era sgranato e che l’impianto non poteva più essere collaudato! E così, senza dare conto  dei ritardi e delle lungaggini burocratiche  ingiustificate, ma anche senza chiedere scusa agli aquilani, agli esercenti, agli operatori turistici agli amanti della montagna, il Centro Turistico informa con una fredda nota: la funivia non è ancora a posto, tornate a casa!
In una condizione normale di responsabilità democratica e di rispetto istituzionale - aggiunge De Santis - ci sarebbero già state le dimissioni del Presidente e del Direttore dell’Azienda che ha la gestione e la cura dell’impianto del Gran Sasso.
Gli Aquilani sono pazienti e sopportano tutto, anche le inefficienze della pubblica amministrazione e, quindi, non protestano, ma poi non possiamo lamentarci se il turismo estivo ed invernale nostrano, nonostante le grandi potenzialità del territorio, sul piano dell’organizzzione e dei servizi è a livello di terzo mondo.
In questoi caso, la responsabilità ha un nome ed un cognome aquilano, riguarda gli amministratori di un’azienda, nominati dal Sindaco di questa città: gli uni e l’altro debbono sapere, al di là delle specifiche responsabilità - conclude De Santis - che inconvenienti di questo genere non sono tollerabili e non giovano alla rinascita di un territorio".


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