Haiti: e se Guido Bertolaso avesse ragione?

Non è stato il solo a criticare

28 Gennaio 2010   10:39  

Bertolaso non è stato il solo a criticare l'operato statunitense nell'emergenza di Haiti. Se appaiono fuori luogo i paragoni fatti dal capo della Protezione civile tra L'Aquila e la nazione centro-americana (sono situazioni completamente diverse), bisogna comunque ammettere che i ritardi negli aiuti ci sono stati, colpa della disorganizzazione imperante davanti ad una tragedia di tali dimensioni. Probabilmente, allora, Bertolaso non aveva tutti i torti quando ha denunciato certi malfunzionamenti.
L'Indipendent, quotidiano inglese notoriamente di sinistra, non è di certo andato sul leggero criticando l'operato di Obama, mettendo a confronto, addirittura, il sisma di Haiti con i danni causati dall'uragano Katrina nel 2005: "La retorica di Washinghton è stata molto diversa nel corso di questi due disastri, ma il risultato più o meno lo stesso. In entrambi casi, nel momento del bisogno, gli aiuti sono stati molto pochi e, nel caso di Port au Prince, addirittura sono stati lasciati morire uomini sotto le macerie. Quando le squadre di soccorso straniere sono arrivate con i mezzi pesanti, era ormai troppo tardi.", ha scritto Patrick Cockburn.
Sulla questione non sono stati teneri nemmeno l'ambasciatore francese, che ha definito l'aereoporto della capitale haitiana una “appendice di Washington” e non più “a disposizione della comunità internazionale”, e il vulcanico presidente venezuelano Chavez, il quale nel corso della sua trasmissione tv ha accusato gli Stati Uniti di approfittare del terremoto per "occupare militarmente il Paese”.
Neanche il sito web de 'La Repubblica' si è tirato indietro, denunciando carenza di cibo, condizioni igieniche critiche: "Solo 13mila persone su 3 milioni - si legge - hanno avuto accesso ai viveri distribuiti dal Programma alimentare mondiale (Pam). La distribuzione è estremamente rallentata. Due convogli con cibo provenienti dalla Repubblica Dominicana sono riusciti ad entrare a Port-au-Prince dopo 12 ore di viaggio. Le condizioni igienico-sanitarie sono ipercritiche, migliaia di cadaveri sono accumulati per le strade e all'esterno degli ospedali. E i sopravvissuti senza tetto non hanno ancora luoghi dove dormire: per ora di tendopoli e rifugi non si parla, si costruiscono capanne di fortuna utilizzando resti e macerie. La situazione è drammatica per molti dei sopravvissuti. L'associazione Medici senza Frontiere dichiara che i suoi operatori non si sono mai trovati di fronte a un così alto numero di persone a cui amputare arti; e un medico intervistato dalla Cnn ha riferito che il 30% dei feriti negli ospedali ha urgente bisogno di operazioni salvavita, altrimenti è destinato alla morte."
La domanda, dunque, nasce spontanea: e se Bertolaso avesse ragione?

 

Francesco Balzano

 

Vedi anche:

L'Aquila - Su Il Fatto Marco Travaglio con la sua acuminatissima penna si occupa della vicenda-Bertolaso.'' Il Banana ha trovato finalmente il suo erede naturale, un uomo che come lui, appena varca i confini patrii, riesce a scatenare guerre diplomatiche di dimensioni planetarie. Quest’uomo è Guido Bertolaso, medico specializzato in malattie tropicali dell’infanzia, da anni scambiato in Italia

 


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