"I Cesaroni" fanno infuriare la Lega

Una stucchevole polemica

08 Settembre 2010   18:08  

In un momento così delicato per la politica italiana, forse, era lecito aspettarsi da "La Padania", giornale leghista per eccellenza, pagine pregne di commenti sul futuro del nostro Paese. Invece, a quanto pare, c'è spazio anche per la critica televisiva e per un duro attacco alla fiction "I Cesaroni", accusata (ma che intuizione!) di essere troppo romana. La serie viene definita il "solito cliché dei buoni borgatari che tra un bianchetto dei Castelli e un amorazzo finito male, si barcamenano in un Paese dove il furbetto del quartierino vale sempre un pizzico in più degli altri.".


In difesa del telefilm è intervenuto Claudio Amendola, il quale ha dichiarato: "Mi sembra un attacco pretestuoso ma a dir la verità da loro non mi aspettavo niente di diverso. Sia a livello di contenuti che a livello linguistico abbiamo avuto sempre un riscontro positivo nelle persone: da Trento, a Milano, fino alla Sicilia.".


In realtà la critica del quotidiano del 'Carroccio' è molto dura proprio, e soprattutto, sul messaggio contenuto nel prodotto. Si legge, infatti: "In molti hanno spiegato che ‘I Cesaroni’ hanno il pregio di rappresentare la famiglia media di questo Paese. Che le loro storie sono un po’ le storie di tutti. Ma da qui a dire che ‘I Cesaroni’ sono lo specchio degli italiani ce ne corre. La disoccupazione che colpisce i giovani? Solo un fantasma che vaga sullo sfondo della vineria romana. La disperazione di molte famiglie erose dagli odi tra marito e moglie? Tutte rose e viole. Un giardino in cui gli amori svolazzanti si rincorrono senza drammi. Senza lacrime. Senza un reale pathos. Il resto della fiction è solo un collegamento tra un innamoramento e l’altro: tutto in perfetta salsa romanesca, compreso, ovviamente, quello dei linguaggio declinato in ogni spessore semantico dai vari personaggi e protagonisti. Abbiamo cercato di trovare anche un solo vocabolo in lingua toscana nel trailer, ma è stato veramente difficile. Una ricerca inefficace anche con un qualsiasi lanternino verbale. Tutto rigorosamente in dialetto romanesco.n In sè la cosa potrebbe anche non essere del tutto negativa nel rispetto della parlata di quella città. Quello che stride è che si cerca di far passare quelle vicende per storie comuni. No, quella è una fiction, non rappresenta nessuno. Solo fantasie per una serata da passare sul comodo divano di casa.".


Beato il Paese che non ha bisogno dei Cesaroni. E parla di cose serie!

 

Francesco Balzano


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