I candidati a confronto: l'Abruzzo dei sogni

Cronache dall'etere

08 Novembre 2008   01:33  

Ospiti ieri di Pasquale Pacilio all'Ottovolante quattro dei cinque candidati presidenti alle elezioni del 30 novembre: Gianni Chiodi del Pdl, Carlo Costantini dell'Italia dei Valori, Rodolfo De Laurentiis dell'Udc, Ilaria Del Biondo del Partito comunista dei lavoratori. Non c'era Teodoro Buontempo della Destra, impegnato nel congresso nazionale.

Finalmente, va subito detto, si è cominciato a parlare di programmi e idee.

Le parole chiare, convincenti a tratti appassionate dei candidati hanno evocato e promesso  un Abruzzo che non c'è, ma che ci sarà. Un luogo giusto e ospitale come il paese di Bengodi, o come la Nubicuculia immaginata da Aristofane.  Una ventina di giorni ci dividono da un' autentica palingenesi morale, sociale e politica.

Tutto sembra così finalmente possibile, anche in Abruzzo, come negli Stati Uniti del bello ed abbronzato Obama (non fate i coglioni, ci si passi la carineria).

I politici si trasformeranno infatti in umili e competenti servitori del popolo e passeggeranno per la città a raccogliere le lodi e gli applausi dei cittadini ammirati della loro specchiata onestà. E, si deduce, anche anche i politici  che da decenni comandano in Abruzzo,  e che fino alla scorsa settimana si sono contesi un posto in lista con un foga degna della leggendaria carica della Balaclava, saranno baciati da mistica illuminazione, che  renderà la loro anima pura come quella dei burcani del Tibet.

Per prima cosa i futuri consiglieri si toglieranno le pensioni e i vitalizi e si ridurranno gli stipendi. Le camarille di clientes e le pletore di fidi palafrenieri dovranno fare le valigie ed emigrare in altri paesi. Le lunghe file di porta-prosciutti saranno anch'essi una tragicomica macchietta che i nonni racconteranno ai divertiti nipotini. Perchè, sia chiaro a tutti, in Abruzzo non ci sarà più spazio per le raccomandazioni, le regalie e i sub-emendamenti di cortesia. Unico criterio delle scelte sarà il merito, il titolo di studio e le capacità professionali. Palazzo dell'Emiciclo non sarà più luogo di bizantinismi e di sordidi inciuci. Diventerà una casa di vetro, dove i soldi dei cittadini saranno amministrati con integerrima oculatezza per il bene comune, e assoluta priorità sarà accordata ai poveri,  ai  pensionati, ai precari e ai giovani.

Il piccolo esercito di presidenti, direttori, commissari, consiglieri e consulenti riporranno senza protestare in uno scatolone gli effetti personali e lasceranno gli uffici  e i cda. Le Asl infatti saranno accorpate, come pure le Ato e le aziende di trasporto pubblico. Gli enti inutili verranno eliminati. I partiti politici faranno non uno, ma ben dieci passi indietro, e non useranno più la cosa pubblica a loro abuso e consumo. Il debito della sanità sarà risanato e si troveranno i soldi per finanziare tanti e utili progetti che  faranno volare l'economia abruzzese, rispettando però l'ambiente e il territorio. Il centro oli sarà solo un vecchia e strampalata idea di cui nessuno più parlerà.

Ci si lamenta che tra le tante jatture italiche c'è anche quella di vivere in un'eterna campagna elettorale. Che fesseria! La campagna elettorale, almeno qui in Abruzzo, non dovrebbe finire mai. Perché la politica con p maiuscola si nutre di sogni. E anche i cittadini hanno un bisogno disperato di sognare un mondo migliore. E qualcosa suggerisce che forse è meglio non svegliarsi, il mattino dopo le elezioni.

 

 

 

 

LE IDEE E I PROGRAMMI DEI CANDIDATI 

Gianni Chiodi - La sanità costa troppo ed è inefficiente, così come la macchina burocratica. La sanità è regolata da  un modello pazzesco, bieco e clientelare. Gli ospedali sono troppi , vanno diversificate le loro funzioni, non possono fare tutto tutti. Occorre poi ridurre il tasso di ospedalizzazione. Le politiche che saranno poste in essere richiedono l' autorevolezza della classe politica che dovrà adottarle. La politica è screditata, basta politici che predicano la Pasqua per sé  e la quaresima per gli altri. Bisogna ridurre i costi della politica e gli stipendi dei consiglieri, ma il vero costo della politica è la sua inefficienza. Bisogna aumentare la concorrenza, perché essa riduce i prezzi ed eleva la qualità dei servizi. Serve più meritocrazia. Basta assunzioni fatte con l'ascensore della politica. La riposta da dare ai giovani è la formazione, far capire che non bastano i santi in paradiso. La spesa per la formazione ha foraggiato finora solo gli accoliti dei partiti. Bisogna aiutare i precari, ma ricordo che sono precari anche gli artigiani e i professionisti.  Per creare lavoro e sviluppo però non si può essere il partito del no, come gli ambientalisti. Noi ad esempio siamo favorevoli ai termovalorizzatori. Siamo contrari invece al Centro Oli. Molte città abruzzesi vivono  il grande problema del traffico,  noi daremo i fondi adeguati per realizzare i parcheggi. 

 

 

Carlo Costantini - Elimineremo la pensioni dei consiglieri, che prendono una pensione di  2mila euro con cinque anni di servizio; le pensioni già maturate si percepiranno solo a 70 anni; si ridurranno del  15% le indennità dei consiglieri e di tutto il funzionamento di giunta e consiglio. Daremo una rasoiata alla pletora di enti inutili. Resterà solo una società trasporto, una Ato, e un unica Asl. Poi creeremo due aziende ospedaliere universitarie, a L'Aquila e a Chieti. I Parchi vanno divesi e tutelati ma devono essere accessibili e un  minimo di infrastrutture servono per rilanciare il turismo. I consigli regionali saranno ripresi in diretta da una web cam. Bisogna rendere pubblici gli obiettivi e i risultati dei dirigenti,che vanno pagati e riconfermarli in base al merito. Si può creare una nuova economia con la raccolta differenziata.  Possiamo ridurre di 300mila tonnellate su 700mila i nostri rifiuti da portare in discarica . Noi però gli inceneritori  non li faremo mai. Il centro oli e le piattaforme petrolifere sono bombe ecologiche. Diciamo no alla loro realizzazione perché sono un progetto folle, sarebbe la morte del turismo e dell'agricoltura. Serve un sostegno agli ultra-quarantenni licenziati. Le imprese devono entrare a scuola per far crescere la formazione.  La politica deve fare dieci passi indietro, basta finanziamenti a pioggia senza programmazione. Stanzieremo almeno 20milioni di euro per fare promozione turistica efficace.

 

 

Rodolfo De Laurentiis - Innanzitutto serve un nuova classe dirigente, capace di riacquistare fiducia agli occhi degli elettori. Occorre ricostruire l'apparto burocratico e amministrativo. Noi accorperemo gli enti. Basta ad esempio un'unica azienda dei trasporti. I distretti industriali e la Fira sostengono solo il reddito di chi li dirige. Vanno sostituite con un'unica Agenzia dello sviluppo con i poteri capaci di far ripartire l'economia, aiutando le piccole imprese, favorendo l'accesso al credito e l' internazionalizzazione, perché l'export, come dimostra l'ultimo rapporto di Confindustria, è trainante.  Poi serve anche fiscalità di vantaggio per chi investe e crea ricchezza.  Dobbiamo ricostruire un'immagine dell'Abruzzo. Bisogna puntare sul turismo, facendoci aiutare dai tanti abruzzesi all'estero. Altro problema sono le infrastrutture, serve un grande piano di opere pubbliche. Abbiamo il doppio dei dipendenti pubblici rispetto alla Lombardia, in rapporto alla popolazione, ma l'efficienza è minore.Diminuiremo le tasse perchè sono tropoalte e stanno schiacciando le imprese. A L'Aquila c'è un drammatico problema di occupazione e di rilancio industriale, sarà una delle nostre priorità.

 

 

Ilaria Del Biondo - Bisogna rivoluzionare la sanità. Siamo 1,3 milioni di abitanti e abbiamo sei Asl, ne basta una e gli amministratori della sanità vanno eletti dai lavoratori. Troppi servizi sono esternalizzati, e il loro costo aumenta ogni anno del 12% . Sono eccessive le spese per i farmaci. Occorre internalizzare la specialistica in mano ai privati. Non ci interessa entrare nella stanza dei bottoni. In questi anni è mancato il controllo dei cittadini. L'Irpef in Abruzzo è all' 1,4%: è troppo alta,  in Emilia è scaglionata in base al reddito. Una vera emergenza è quella del lavoro. Ci sono tanti lavoratori precari e in cassa integrazione: serve il salario minimo garantito. L'aumento della produttività comporta l'aumento degli infortuni e delle morti  bianche, l'ultimo solo ieri, e l'Abruzzo è maglia nera in Italia. E' dunque prioritario aumentare i controlli nei cantieri e nei luoghi di lavoro. Siamo contrari al centro oli, anche perché in Basilicata il centro oli non ha creato lavoro, ma ha distrutto un territorio.

Filippo Tronca

 


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