I dubbi del Collettivo 99 sul decreto

Ricostruzione post-terremoto

09 Maggio 2009   10:59  


Una trentina di giovani aquilani under 40 tra architetti, ingegneri e geologi, con l’ausilio di altre professionalità che vanno dalla comunicazione agli aspetti legali, dall’antropologia alla psicologia, hanno costituto a L'Aquila  il Collettivo 99 .

"La scelta di limitare l’accesso al collettivo agli under40 - spiegano - si motiva prima di tutto con la  capacità, tutta giovanile, di saper “immaginare” il futuro, riducendo così il rischio di cadere in schemi e scenari preconcetti; in secondo luogo con la volontà di emancipazione dalle generazioni professionali precedenti, quelle che avevano fatto la città degli ultimi quarant’anni, nella assunta responsabilità di dover contribuire in prima persona alla creazione della città del futuro."

Sentendo parlare  anziani e sgrammaticati consiglieri nell'ultimo consiglio comunale, che sincera ilarità e un certo imbarazzo hanno provocato nel numerossimo pubblico di cittadini, ci sembra la loro una scelta opportuna,in cui è insito il futuro della città. Il post-terremoto deve essere l'occasione anche per rinnovare profondamente una classe dirigente in buona parte non all'altezza della sfida.


A seguire le osservazioni  del collettivo99 in mertio al decreto legge del 29 aprile e che sarà approvato la prossima settimana


Dalla lettura del Decreto 39 del 2009 “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella Regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile” emergono alcune perplessità in merito a questioni tecniche, finanziarie e amministrative che potrebbero minare seriamente il processo di una corretta ricostruzione della nostra città.
Oltre alle tematiche emerse in questi giorni sulla stampa circa la suddivisione dei poteri fra il Commissario (Bertolaso) e gli Enti Locali che finora è praticamente l’opposto del modello seguito nel 1997 nel terremoto Umbria – Marche (dove il commissario nominato fu il presidente della Regione), la forma dei finanziamenti per la ricostruzione (prima volta nella storia della Repubblica che per un sisma non viene finanziato il 100% della ricostruzione delle abitazioni principali, seppur questo indirizzo sia stato smentito ufficiosamente nelle ultime ore) e l’aleatorietà della copertura finanziaria, si riscontrano altri elementi più “tecnici” che potrebbero seriamente compromettere la struttura del Decreto che, nonostante tutto, è buona.

Possibilità di prendere i fondi per la ricostruzione anche per i comuni al di fuori della lista dei 49 solo con una perizia giurata di causalità diretta fra il danno e l’evento sismico del 6 aprile (rischio Molise con finanziamenti a pioggia in tutta la Regione);
Il Commissario delegato (Bertolaso) provvederà “sentiti i Sindaci” (che quindi non hanno alcun potere formale) alla progettazione e realizzazione di moduli abitativi DEFINITIVI, opere di urbanizzazione e servizi anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti e col finanziamento di 700 milioni di Euro (il progetto è reperibile all’indirizzo: http://www.casaportale.com/public/uploads/Piano%20CASE.pdf );
La deroga per la realizzazione degli insediamenti comprende anche gli art 7 e 8 della Legge 241/90 (procedimento amministrativo) e l’art 11 del DPR 327/2001 (Testo unico espropriazioni) cioè quelli relativi alla partecipazione al procedimento amministrativo: in pratica il Commissario non è tenuto a far nessuna comunicazione agli interessati (i proprietari o qualsiasi altro) tranne la pubblicazione sull’Albo del Comune e sui giornali;
Non è ammesso in nessun caso il ricorso ai giudici amministrativi (TAR);
Possibilità di subappaltare fino al 50% della categoria prevalente in deroga alla Legge 163/2006 Codice dei Contratti Pubblici che indica un tetto del 30% (elemento molto pericoloso per le infiltrazioni malavitose);
Il Commissario può (non deve ma può e non è indicato in che quantità…) provvedere all’acquisizione di abitazioni non utilizzate da destinare all’emergenza abitativa;
Il finanziamento per l’Università è pari a 36 milioni di euro, il costo di realizzazione di un edificio universitario con 30 aule è di 31.9 milioni di euro (fonte DEI Prezzi delle tipologie edilizie 2007);
Le macerie sono classificate come “Rifiuti Urbani” e il loro trattamento avviene in deroga all’art 242 del DL 152/2006 (procedure operative ed amministrative nella bonifica dei siti contaminati) ma con il “concorso” di ASL e ARTA. La vigilanza sulla presenza di amianto o di altre sostanze pericolose è praticamente sospesa viste le difficoltà logistiche dell’ASL. Le macerie verranno così scaricate a Barisciano (Forfona) e Poggio Picenze (Torrette) senza nessun controllo;
Nell’art 10, Interventi per lo sviluppo socio economico, il testo ripete che il “Ministero per l’Economia può” finanziare o istituire fondi ma non è indicata alcuna copertura finanziaria nel Decreto;
L’istituzione della “Zona Franca” non è neanche menzionata nel decreto (la Zona franca è un’area in cui la tassazione alle imprese è molto vantaggiosa);
Oltre alle perplessità fortunatamente ci sono anche note positive:

Tramite il Presidente della Regione, gli Enti Locali hanno la facoltà di richiedere a titolo gratuito la proprietà di beni immobili demaniali inutilizzati ricadenti nei loro territori (art 4) (come Piazza d’Armi acquisita a dicembre dal Comune per circa 2 milioni di Euro);
La Protezione Civile, con una dotazione di 1,5 milioni di €, eseguirà verifiche finalizzate a ridurre il rischio sismico nelle aree contigue ai 49 Comuni interessati dal sisma del 6/4 anche utilizzando i progettisti degli Enti Locali. Se il comune non comincia i lavori entro 6 mesi dalle verifiche l’immobile diviene inutilizzabile.


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