I figli di John Fante contro le trivelle a Bomba

07 Maggio 2010   16:16  

Sicuramente avrete letto della lettera dei figli di John Fante contro il petrolio. Sicuramente immaginerete che c'e' dietro il mio zampino, ed e' proprio cosi'.


Quello che forse la maggior parte delle persone ignora e' che per fare tutto questo ci vuole tempo, dedizione, pazienza. E' tre anni che porto avanti questa battaglia e tutto e' partito da un passo, da una idea da concretizzare ogni giorno un po di piu.

Le cose si costruiscono lentamente e per ogni cosa che si vede, ce ne sono venti dietro che o sono fallite, o sono state abbandondate o che sono ancora in corso.

Non basta, a mio avviso, partecipare ad una manifestazione ogni tanto, che pure e' importante, ma ci vuole l'impegno concreto tutti i santi giorni.

Ho scritto almeno 100 email chiedendo alle persone di scrivere una lettera a Chiodi per Bomba. Per Ombrina, Elsa, Vasto/Casalbordino, la stragrande maggioranza dei testi li ho o scritti o sollecitati io e certe volte mi e' parso di dovere cacciare i denti alle persone.

Chi mi dice che lo vuole fare da anonimo, chi mi scrive chiedendomi (giuro!) se io sia di destra o di sinistra, chi non vuole farlo perche' 'non ha tempo' quando ho preparato tutto - lettere, facsimili, indirizzi. Manca solo la firma e 5 minuti per preparare tutto.

E' avvilente qusto modo di pensare degli italiani. Alcuni dicono che non fanno nulla perche' "tanto non serve a niente" altri dicono che "e' troppo poco e ci vuole solo la rivoluzione". Nessuno sta nel mezzo e decide di fare le cose con quello che si ha a disposizione.

Nessuno vuole partire, nessuno vuole giocare. Mi sembra sempre che gli italiani vivano come se la vita fosse una partita di calcio, in cui si fa il tifo, si chiacchera sui risultati, si scommette, si fanno tattiche, ma nessuno vuole ne' allenarsi, ne' giocare.

Per la mia vita personale, alla fine, le piattaforme in Abruzzo non cambieranno niente - il mio mare e' a Santa Monica e qui le trivelle non ce le vengono a mettere. Siamo una citta' ricca. Il nostro problema e' capire che tipo di alberi piantare e fanno le riunioni per capire se vogliamo palme o eucalipti, quale strada trasformare in pista ciclabile, come passare dal 70% di monnezza reciclata al 75% o come vogliamo la Santa Monica del futuro.

Questo per dire che i pozzi di petrolio non cambiano la mia vita, ma la vostra si.

Le piattaforme, i centri oli, e tutti gli altri monnezzai di cui si parla in questi giorni, nucleare, 4 inceneritori per 1 milione di persone (quando in California ce ne sono zero per 37 milioni di abitanti), Bussi, Turbogas e tutto il resto - alla fine e' il popolo che tacitamente li approva.

Se nessuno dice, fa, partecipa, alla fine politici e affaristi faranno di tutto e di piu'.

Ciascuno e' artefice del suo destino.

fonte: dorsogna.blogspot.com


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