I geologi: "In Abruzzo non c'è ancora un servizio sismico"

L'Aquila due anni dopo

05 Aprile 2011   13:08  

"In Abruzzo non c'e' ancora un Servizio Geologico e Sismico regionale, cosi' come la cultura geologica piu' in generale continua a rimanere assente in tante altre realta' regionali e locali. L'investimento sulla conoscenza e' del tutto inadeguato rispetto alle criticita' naturali del nostro territorio ed il costo dell'emergenza supera di diversi ordini di grandezza quello della prevenzione. Tuttavia il Paese non e' ancora in grado di cogliere l'opportunita' di una inversione di tendenza". Duro, il nuovo Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, alla vigilia del secondo anniversario del terremoto che nel 2009 colpi' l'Abruzzo.

"Oggi sta lentamente e faticosamente affermandosi la necessita', dai geologi invocata da anni, di avviare gli studi di microzonazione sismica - ha proseguito Graziano - che gia' sarebbero dovuti essere nel corredo delle conoscenze minime di tutti i Comuni italiani, in uno Stato che e' segnato da troppe vittime e distruzioni". Dunque "la comunita' geologica chiede a gran voce che questi studi diventino obbligatori e propedeutici a qualunque azione di pianificazione del territorio, non solo a L'Aquila, ma nell'intero resto d'Italia.

Riteniamo che questo traguardo rappresenti il primo passo verso una inversione di tendenza che porti all'affermazione della cultura della conoscenza del territorio - ha continuato il Presidente - che potra' aprire la strada ad un futuro piu' consapevole e civile. Il modo migliore per onorare il sacrificio delle tante vittime".

"Nel secondo anniversario della tragedia aquilana, i geologi italiani traggono lo spunto per rinnovare la richiesta di maggiore attenzione - ha concluso Graziano - e di maggiori investimenti per la conoscenza del territorio e per la prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici. Porre maggiore attenzione nei confronti della cultura geologica si traduce in maggiore sicurezza dei cittadini e in salvaguardia dell'immenso patrimonio edilizio, storico e monumentale.

Il terremoto dell'Abruzzo non e' stato il primo e purtroppo non sara' l'ultimo che interessera' i nostri centri abitati, in un Paese dove la vulnerabilita' sismica ed idrogeologica e' ormai nota a tutti".


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