I giovani del Pd: "Per far ripartire L'Aquila apriamo i rubinetti alla cultura"

08 Luglio 2011   21:59  

"Non si può dare l'idea che la ricostruzione sia solo quella edilizia, delle case". Va subito al punto il segretario provinciale dei Giovani Democratici Stefano Albano, aprendo il dibattito organizzato alla festa della cultura del Pd in corso di svolgimento a L'Aquila e che sabato 9 alle 20.30 ospiterà Massimo D'Alema.

"La priorità erano le case, ma la ricostruzione è anche e soprattutto sociale ed economica". E' il filo rosso che accomuna un pò tutti gli interventi dei relatori. Il segretario comunale dei Gd Jacopo Arpetti, quello regionale, Marco Rapino, quello nazionale Fausto Raciti, e poi il professor Fabrizio Marinelli, Gabriele Lucci, responsabile di Mondadori Electa, Diego Bianchi, in arte Zoro, e Luca Angeletti, attore reso celebre da fiction come Il capo dei capi, sulla storia del boss corleonese Totò Riina.

"Bisogna smantellare il modello, culturale appunto, che vede L'Aquila come un miracolo e gli aquilani come degli ingrati, come dei sudditi, e non dei cittadini, ai quali il riconoscimento di un diritto sembra diventi la concessione di una grazia" ha detto Albano.

"La cultura è per L'Aquila il volano della ripresa economica" ha aggiunto. Gli hanno fatto eco il professor Marinelli, "Finchè non avremo una proposta per il centro storico sarà difficile parlare anche di ripresa culturale", e Gabriele Lucci: "La cultura è un investimento a lungo termine, pensiamo solo ad un film come Notting Hill, che ha prodotto un vertiginoso aumento del valore immobiliare nel quartiere londinese in cui è stato girato".

"Manca l'osmosi tra il cittadino e il tessuto urbano" ha detto Jacopo Arpetti, indicando come responsabili anche le amministrazioni locali, presenti e passate, che "hanno permesso la nascita di quartieri dormitorio senza servizi". Risultato: "Oggi si vive nella 'città nuova' ma si guarda sempre a quella 'vecchia'".

L'incontro, coordinato da Gianluca Cervale, è stato anche l'occasione per affrontare il tema, alla ribalta della cronaca in questi mesi, della fusione degli atenei. "L'Università dell'Aquila è la prima azienda della città - ha ricordato Marinelli - si pensi ai 1700 dipendenti tra personale docente e non docente e i circa 25mila studenti. Tuttavia, a causa del terremoto e della riforma Gelmini vive forti difficoltà. Ma l'Ateneo di Teramo non è che se la passi benissimo, avendo pochi studenti e molti professori. In Abruzzo - ha concluso - si potrebbero fare due, se non una sola, università. Ma questo, oltre che dagli Atenei dovrebbe venire da chi governa la Regione e manca di una visione strategica e organica.

(MS)


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