I lavoratori della piscina con l'acqua alla gola

29 Novembre 2008   13:40  

Come far convivere tutte le società sportive all'interno della piscina comunale. Sembra questo il dilemma che attanaglia in questi giorni il Comune dell'Aquila, ma che non sembra più di tanto preoccupare l'amministrazione.

La piscina di proprietà del Comune fu affidata un anno fa con regolare bando di gara ad una associazione temporanea di imprese che per le sue inadempienze contrattuali si è vista rescindere il contratto di gestione.

Inadempienze tuttavia imputabili, da parte dell'associazione sportiva Acquachiara, ad una serie di imposizioni di carattere verbale, e non determinate nel bando, con le quali il Comune avrebbe obbligato il gestore della piscina ad ospitare nei locali della stessa un centro estetico gestito da terzi, gli unici dunque a trarne il profitto, e a riservare 6 delle otto corsie della vasca ad altre società di nuoto, le quali anche in questo caso erano le uniche a trarne il profitto.

Tutti elementi insomma che avrebbero reso impossibile alla associazione Acquachiara, una delle componenti dell'associazione temporanea di imprese, di adempiere agli obblighi contrattuali, avendo sul groppone i costi di mantenimento della intera struttura ma con i profitti frazionati.

Dopo la chiusura della piscina nei giorni scorsi i circa venti lavoratori sono quindi senza lavoro, e rischiano di restarci se il Comune dovesse affidare la struttura alla società Rari Nantes, per nulla intenzionata a riassorbirli, prima del dieci dicembre, quando il Tar si esprimerà sul ricorso di Acquachiara. Il tribunale amministrativo potrebbe accogliere il ricorso dando quindi vita ad un contenzioso fra due soggetti analogamente titolati a gestire la piscina, con l'unico risultato di lasciare la struttura chiusa a tempo indeterminato.

(MS)


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