I medici chiedono lockdown totale. Ricciardi: interventi rapidi, si profila tragedia nazionale

09 Novembre 2020   09:50  

"Lockdown totale, in tutto il Paese". A chiederlo, alla luce dei dati, soprattutto quelli sui ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, è il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, dalla pagina Fb della stessa Federazione.  

Il presidente Filippo Anelli, si legge ancora, "ha acceso un faro sulla carenza di medici specialisti, mentre 23.000 medici laureati sono in attesa di potersi specializzare. E le graduatorie sono bloccate per via dei numerosi ricorsi. Anelli chiede, ancora una volta, di ammetterli tutti. 'Sarebbe una boccata d'ossigeno per il sistema', ha affermato”. "I dati di questa settimana purtroppo non ci fanno prevedere nulla di buono. Mediamente abbiamo registrato in quest'ultima settimana 1.000 ricoverati al giorno, 110 in terapia intensiva, 25.000 in isolamento domiciliare e oltre 300 morti al giorno: tra un mese, se questo trend dovesse restare invariato, avremo altri 10.000 morti in più e supereremo la soglia fatidica dei 5.000 posti letto in terapia intensiva".

Lo ha spiegato in un video pubblicato su Repubblica.it il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli. "Lo scenario che si prospetta è drammatico, non solo per la cura dei malati Covid, ma soprattutto per il trattamento di tutti i malati che hanno altre patologie", prosegue Anelli, che torna a chiedere un lockdown nazionale: "Per questo servono misure drastiche come un lockdown totale, per evitare di andare a fine dicembre-inizio gennaio a dover sommare il trattamento di malati Covid con quelli affetti da influenza".

Molto deciso e circostanziato anche l’intervento di ieri di Walter Ricciardi consulente del ministro della Salute intervenuto a Che tempo che fa. “Contro l'epidemia da coronavirus – ha detto servono assoluti interventi rapidi, si profila una tragedia nazionale annunciata per un virus che non ha bisogno di perdita di tempo ma di una catena di comando nazionale unica".   Ricciardi ha anche rilevato che il ministro Speranza "recepisce con la massima serietà" le indicazioni che i suoi collaboratori danno, "poi perà va in Consiglio dei ministri e in conferenza Stato-Regioni e i meccanismi sono diversi, manca la rapidità con cui il ministro vorrebbe si intervenisse". Per il consulente del ministro della Salute "questa estate abbiamo perso tempo, le seconde ondate le abbiamo avute sempre, era tutto prevedibile, alcune regioni hanno recepito quanto noi abbiamo sostenuto, altre no. Ora riunirci tutti, basare le decisioni sull'evidenza scientifica, e farlo presto".     Inoltre, ha aggiunto, "vanno rafforzati medici e infermieri, anche spostandole persone da una parte all'altra del Paese, perchè molti tra di loro si stanno riammalando". E' un "gabinetto di guerra con questi tempi e non si può aspettare", ha avvertito.   "Era tutto prevedibile. Con il ministro Speranza già il 6 aprile avevamo preparato un piano che però doveva essere recepito dalle Regioni. Alcune lo hanno fatto, altre no".

Intanto La 'red list' incombe sulle regioni: Campania, Veneto e Toscana rischiano di abbandonare la zona gialla e l'Alto Adige in anticipo diventa già 'zona rossa'.
Il report dell'Istituto Superiore di Sanità è in arrivo nelle prossime ore, con il termometro dei dati che potrebbe allargare la stretta anti-contagio nel Paese. E il governatore Toti si sfila dalla possibile lista dei peggiori, spiegando: "i nuovi dati confermano quelli per zona gialla".

A puntare il dito sono invece alcuni sindaci: per quello di Napoli, Luigi De Magistris, "proclamare la Campania zona rossa è una decisione purtroppo inevitabile, anzi è una decisione tardiva''. Per quello palermitano, Leoluca Orlando, "si va verso una strage annunciata", ma il commissario per l'emergenza Covid nella città, Renato Costa, assicura: "la situazione dei posti letto a Palermo è impegnativa, ma la affrontiamo in modo adeguato".

In Toscana, invece, già si lavora ad un piano per far fronte all'aumento di positivi nelle Rsa, nodo da risolvere pereliminare uno degli elementi di rischio. Al lavoro sulle cifre e sui 21 parametri che stabiliscono le tre aree di rischio ci sono il governo, la cabina di regia sul Covid e lo stesso Cts. Il "verdetto", con il consueto rapporto settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità, slitta rispetto ai tempi annunciati. Nella fase di validazione dei dati da parte delle stesse regioni, per la quale è prevista una tempistica massima di 24 ore, alcune hanno chiesto più tempo e l'incontro della Cabina di regia ci sarà soltanto nelle prossime ore. 


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