I sindaci del cratere: "Noi contro Cialente? Ma quando mai". E Benedetti su Facebook getta ombre

27 Luglio 2011   11:03  

Una vera e propria tempesta in un bicchier d'acqua.

La lettura data da alcuni media al malessere dei sindaci del cratare che avrebbero disertato alcuni "vertici" - termine tanto utilizzato, quanto più si vuole attribuire importanza a delle semplici riunioni con cadenza quotidiana - in polemica con il primo cittadino dell'Aquila sembra proprio essere andata oltre ogni realtà.

"Noi contro Cialente? Ma quando mai!". Risponde secco, quasi cadendo dalle nuvole, il sindaco di Rocca di Mezzo, e rappresentante dell'Area omogenea, Emilio Nusca. "Semmai - spiega - siamo contro tutti quelli che ignorano i Comuni del cratere". E il riferimento, evidente, non è certo al sindaco dell'Aquila ma, tutt'al più, ai vertici di struttura commissariale, Stm e Sge.

I sindaci, che hanno scritto al sottosegretario Gianni Letta esprimendo tutto il loro malessere per il mancato coinvolgimento nelle decisioni, minacciano sì di non partecipare ad un incontro, quello del tavolo degli enti in programma come ogni settimana per giovedì, ma le cause non sono certo imputabili a Cialente.

"Stiamo ancora aspettando dal governo le risorse per ripianare i bilanci comunali" spiega ad esempio Nusca, facendo capire che i problemi stanno da tutt'altra parte e che il Comune dell'Aquila non c'entra. "Siamo stati esclusi - aggiunge poi - dalle discussioni sulla filiera per la riparazione delle case 'E' e sulla questione macerie". E sono questi due i temi delle riunioni che si sono svolte ieri alle quali i sindaci non hanno partecipato, ma "perchè non invitati".

I sindaci si attendono da Letta una risposta urgente. Il rischio, sennò, è che disertino, stavolta sì, la riunione del tavolo degli enti di domani.

Intanto, a gettare ulteriori ombre sul dibattito, ci pensano il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti e l'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.
"Sento il dovere di dire che per molti Comuni del cratere il terremoto è stato solo un affare! I soldi servono a ricostruire ciò che è andato distrutto! Basta con le ipocrisie o vado in Procura!" scrive Bendedetti sulla sua pagina Facebook.

Naturalmente, nessuna spiegazione in più viene data circa l'esistenza di elementi che farebbero presumere il compimento di reati. Come troppo spesso accade sul social network, con il quale tuttavia sempre più spesso rappresentanti delle istituzioni comunicano, si tira il sasso e si nasconde la mano. Credendo forse che quello strumento "virtuale" sia un mondo a parte dalla realtà.

Di Stefano commenta lo status di Benedetti e rincara la dose: "Non capisco il senso di questa sortita contro Cialente. Sembra un'azione 'a comando'". Benedetti conferma il teorema: "Sì il 'padroncino' ha suggerito la mossa! E poi, per impulso concreto di uno, gli altri eseguono!".

(MS)


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