Iampieri (FI): "La corte d'appelo resti a L'Aquila. No al Divide et Impera di D'Alfonso

11 Settembre 2014   12:31  

“D’Alfonso si sta dimostrando abilissimo nel praticare il divide et impera, ovvero nel governare un popolo dividendolo, riacutizzando antiche rivalità e fomentando conflittualità.

Il maldestro tentativo di portare la Corte d’Appello da L’Aquila a Pescara, in tal senso, oltre a ridimensionare il ruolo della città capoluogo d’Abruzzo, già minato da una ricostruzione lunga a completarsi, riaprirebbe un contenzioso che non ha alcuna ragione d’essere.

Un plauso, pertanto, voglio rivolgerlo al capogruppo di FI in Consiglio Provinciale, Gianluca Alfonsi, che ha tempestivamente annunciato un ordine del giorno mirato a scongiurare questo ennesimo scippo ai danni delle aree interne”.

Il consigliere regionale di Forza Italia Emilio Iampieri dice la sua sulla Corte d’Appello ma risponde anche alla richiesta di incontro con la Regione Abruzzo avanzata dai responsabili dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

 “Alla provincia di L’Aquila serve un progetto organico di sviluppo che veda il coinvolgimento non estemporaneo delle amministrazioni locali, delle parti sociali e della classe imprenditoriale, in grado di valorizzare le vocazioni dei territori e uscire una volta per tutte dalla logica delle divisioni e del campanilismo fine a se stesso.

Bene hanno fatto le forze sindacali a sollecitare un incontro con la Giunta regionale, la cui autoreferenzialità sta assumendo aspetti imbarazzanti, con la pretesa di imporre dall’alto scelte spesso diametralmente opposte alle vocazioni dei comprensori.

L’invito che rivolgo ai sindacati – continua Iampieri – è di confrontarsi anche con quei sindaci che, per ruolo e sensibilità, sono più attenti alle reali problematiche legate alla crisi del mondo del lavoro.

La prassi inaugurata dal presidente D’Alfonso di convocare i sindaci, come è accaduto nella Marsica con riferimento all’esclusione dai fondi ex 107 3c - non va nell’auspicata direzione di una maggiore condivisione dei progetti o di un reale interesse alla crescita socioeconomica dei territori, ma altro non è che il perpetrarsi di una personalistica campagna elettorale permanente che non ha più ragione di essere.

Il coinvolgimento dei sindaci non può essere finalizzato a far digerire decisioni già assunte in altre sedi, il più delle volte insensate se non dannose, ma deve costituire una risorsa preziosa di esperienze utili alla programmazione e all’individuazione delle migliori risposte da dare agli abruzzesi. In questo momento di crisi sociale – conclude Iampieri – la politica ha il dovere di concentrarsi sui problemi reali degli abruzzesi e non di armare strumentalmente i singoli territori l’uno contro l’altro.

O si cresce tutti insieme o non ci sarà crescita dell’Abruzzo”.


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