Idv e comitati contro Molinari: manifestazione è servita eccome

27 Novembre 2010   17:48  

"Caro Arcivescovo Molinari, abbiamo saputo una settimana dopo che Lei sabato 20 si è fatto rappresentare alla manifestazione per la Ricostruzione da alcuni suoi amici, con il compito di contare i presenti…'Non erano 20 mila né 13 mila,ma solo 12.753!'".
Esordisce così, con tono evidentemente sarcastico, il segretario comunale Idv Lelio De Santis, nel commentare le parole del vescovo Molinari sulla manifestazione del 20 novembre "L'Aquila chiama Italia".

Abbiamo anche saputo - prosegue - che il conteggio preciso dei partecipanti serviva alla Curia, ma anche al Commissario Chiodi ed al Presidente Berlusconi.

Questa era una semplice incombenza a cui ha voluto assolvere-senza esporsi in prima persona ed al freddo- per rendere un servizio allo Stato Italiano che, anche in questa difficile situazione, sta vicino alla Chiesa Cattolica ed ai suoi più importanti Magistrati, con i fatti e non con le parole, con i fondi spendibili subito e non con le solite promesse.

Fatti ed investimenti che gli Aquilani chiedono da 19 mesi e che chiedevano quel giorno piovoso, sfilando in modo composto,quasi rassegnato, con rabbia e con speranza : la speranza che le loro case possano essere ricostruite, com’è avvenuto per le Chiese; la speranza che i loro figli possano avere un futuro in questa città, come le centinaia di giovani assunti senza concorso dai Suoi importanti amici; la speranza, mi permetta, di vedere anche Lei in una prossima circostanza in mezzo alla sua gente e non solo a fianco dei potenti di turno a tagliare i nastri!

Lei ha ragione quando dice che 'le macerie rimarranno lì ed i problemi non si risolveranno' con le manifestazioni di popolo e che 'gli aquilani non sanno individuare la strada giusta', ma gli aquilani normali, i cittadini comuni, i commercianti, gli artigiani, gli operai…non conoscono strade giuste o sbagliate : conoscono solo per il ruolo che svolgono i loro Amministratori locali, i Commissari, i Presidenti, dai quali si attendono decisioni concrete e certe che valgano per tutti allo stesso modo!

Si aspettano - aggiunge De Santis - la stessa concretezza e tempestività viste per realizzare la Chiesa di San Bernardino a Piazza d’Armi o la Residenza universitaria a Coppito, per derogare alle norme del P.R.G. per fini edificatori in una vostra area nella frazione di Paganica o per vedere subito finanziati i Beni della Curia nel Centro storico.

La verità è che Lei non ha partecipato alla manifestazione del 20 non perché ce l’ha con i partecipanti o non ama gli aquilani, ma semplicemente perché ha fatto una scelta di campo: sta dall’altra parte, sta dalla parte di chi comanda e, così, con la Sua Alta Guida, nella Chiesa torna ad imporsi il Potere temporale, che governa e condiziona la vita sociale della città.

Basta saperlo - conclude De Santis - e speriamo che il Suo Ruolo serva a L’Aquila per la sua Ricostruzione materiale, ma anche sociale e morale, di cui c’è tanto bisogno.

Sulla stessa lunghezza d'onda i comitati cittadini nati all'indomani del sisma.
La manifestazione "è servita eccome" ha detto Giusi Pitari dell’assemblea cittadina.
"Innanzitutto è servita a far capire che abbiamo bisogno di una legge, e questo lo dimostrano le 11 mila firme raccolte il giorno stesso della manifestazione e quelle che si continuano ancora a raccogliere in questi giorni. Un messaggio, questo, che è passato anche a livello nazionale attraverso la risonanza di stampa e televisione".

"Il secondo obiettivo che abbiamo raggiunto – prosegue - è aver visto la grande volontà di partecipazione delle persone. Al di là delle strumentalizzazioni, gli aquilani hanno capito che quello che avevano affermato i quattro 'saggi', ovvero gli esperti messi a disposizione dalle autorità locali per la ricostruzione, è vero:  senza partecipazione non si può avviare la ricostruzione".


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