Il 5 giugno arriva nelle sale il nuovo Terminator

Da repubblica.it

26 Maggio 2009   08:10  

 Il senso profondo di Terminator Salvation - quarto capitolo di una delle saghe più celebri del cinema d'azione - lo ha spiegato benissimo il suo interprete principale, la star Christian Bale: "Abbiamo iniziato pensando di essere noi, gli attori, i protagonisti - ha detto recentemente - ma in fondo non è così. Le persone non vengono a vedere noi. Dovevamo fornire una storia, perché non importa quanto siano grandi i robot o le esplosioni, c'è comunque bisogno di una buona storia, altrimenti qual è la ragione per farlo? Ma guardiamo in faccia la realtà: giustamente sono loro, le macchine, le stelle della pellicola...".
E in effetti, dopo aver assistito alla prima delle proiezioni stampa italiane del film - nelle sale dal 5 giugno, distribuito da Sony Pictures - le parole di Bale suonano più vere che mai. Tutto comincia dal fatto che in questo episodio numero 4, firmato dal regista McG (che ha già diretto i due Charlie's Angels), il "giorno del giudizio" citato nei capitoli precedenti è ormai avvenuto. Siamo nel 2018, e Skynet, un enorme ammasso di intelligenze artificiali, ha già operato la sua distruzione nucleare sulla Terra. Lasciando solo sparuti gruppi di esseri umani superstiti.
Conseguenza: due novità forti, rispetto agli altri tre Terminator. La prima è che il tono del film è essenzialmente bellico: 115 minuti di battaglie quasi ininterrotte tra maccchine e uomini. Molto più che nei precedenti. La seconda - che riporta alle parole già citate di Christian Bale - è che le macchine sono le grandi protagoniste, visto che il mondo è interamente dominato da loro: da qui la presenza di decine e decine di Terminator, in tutte le forme. Per non parlare dell'apparizione di Skynet, a cui i realizzatori hanno prestato particolare cura: "E' come un esercito contemporaneo - ha dichiarato il regista, McG - ci sono macchine in acqua, sul terreno e in cielo. Ma non volevo un mondo di robot scintillante: volevo invece una patina sporca sul metallo delle macchine, come se fossero vecchi carri armati sovietici".
Ed è in questa ambientazione post-apocalittica, in cui ammassi di ferraglia sono pronti a sterminare chiunque respiri, che si muovono i nostri eroi umani. A cominciare da John Connor, già protagonista della seconda e della terza pellicola: l'unico umano in grado di sconfiggere i robot. Per questo nel primo Terminator, (diretto da James Cameron nel 1984) un androide veniva inviato indietro nel tempo, per eliminare sua madre Sarah e non farlo nascere. Ma i tentativi, come sa chi ha visto i film precedenti, sono stati sventati: ed ecco Connor versione adulta (Christian Bale), diventato uno dei dirigenti della Resistenza contro le macchine, con compagna incinta (Bryce Dallas Howard) al seguito.
Le cose si complicano quando, prima di sferrare un attacco che si spera mortale a Skynet, il protagonista scopre che tra la gente prigioniera all'interno c'è Kyle Reese (Anton Yelchin, visto nell'ultimo Star Trek): ovvero colui che sarà mandato nel passato a proteggere sua madre, che concepirà un figlio con lei e che dunque diventerà suo padre... Da qui la necessità di salvarlo, prima che succeda qualcosa che avrà effetti devastanti sul futuro. E nel compiere questa missione, Connor dovrà decidere se fidarsi di Marcus Wright (Sam Worthington, che ritroveremo come star di Avatar di James Cameron), un ambiguo ibrido uomo-macchina.
Insomma: tra battaglie militari e scene d'azione, per i fan un'occasione per tornare ai temi-clou della saga: quello della pericolosità delle intelligenze artificiali; o quello dei complicati incroci tra passato, presente e futuro. E poi la chicca: il cameo di Arnold Schwarzenegger, in versione robot cattivo (come nel primo Terminator; nel secondo, invece, veniva riprogrammato e diventava buono). Però, come già ampiamente annunciato, la fugace scena in cui appare è interamente virtuale: sono state rimontate digitalmente alcune sue riprese dell'epoca.
Ma la pellicola che sta per uscire nelle nostre sale ha fatto discutere anche per motivi extracinematografici. E cioè per il comportamento bizzoso e aggressivo tenuto durante la lavorazione da Bale - più divo che mai, dopo i due ultimi Batman: prima ha rifiutato il ruolo di Marcus che gli era stato offerto, costringendo a riscrivere la sceneggiatura allargando il personaggio (inizialmente minore) di John Connor. Poi qualche mese fa su YouTube ha fatto scalpore un suo audio dal set, in cui dava in escandescenze insultando tutti. Lui si è scusato pubblicamente: ma il suo essere sopra le righe forse spiega perché la sua interpretazione risulti meno convincente del solito.

(repubblica.it)


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