Il Bimbo Siriano Annegato sulla Spiaggia, Era un Profugo Anche Lui. La Foto Scioccante Censurata

03 Settembre 2015   06:21  

Lo hanno ritrovato così, senza vita, riverso a terra con il corpo lambito dall'acqua,

Le scarpe marroni, i pantaloni corti blu e la maglietta rossa.

Morto come un adulto, morto da profugo, morto mentre la sua famiglia, probabilmente, voleva dargli una vita migliore.

Una foto che sta rompendo gli schemi come uno schiaffo in pieno viso, di quelli che fanno male.

Già perchè non è una trovata pubblicitaria, una campagna shock, quella che vedete è la realtà, quella che molti non vorrebbero farvi vedere per non urtare la vostra sensibilità.

E' la foto più condivisa su twitter, rilanciata dai social verso il mondo intero, ma alcuni media preferiscono censurarla, come se non vederla possa in qualche modo preservare le coscienze.

Quel bimbo è morto nella speranza e nella disperazione, ritrovato su una spiaggia di uno dei tanti resort di lusso di Bodrum in Turchia.

Uno di quei luoghi che accolgono i facoltosi e che fanno lavorare i locali, ma che spesso in questa forbice di ruoli schiacciano i secondi.

Così vi mostriamo senza ipocrisia nè censure questo scatto.

Immagini dure, che il quotidiano britannico The Independent ha pubblicato per primo.

«È troppo facile dimenticare la realtà di una situazione disperata che molti rifugiati devono affrontare», scrive il giornale spiegando una scelta non scontata e lanciando, con una domanda, un appello: «Se queste immagini straordinariamente potenti di un bimbo siriano morto su una spiaggia non cambiano l'atteggiamento dell'Europa nei confronti dei rifugiati cosa può farlo?».

Lo chiede agli inglesi terrorizzati dall'ondata di migranti nel tunnel della Manica e agli ungheresi che costruiscono muri, agli austriaci scioccati dai morti asfissiati nel camion, a tutti i Ventotto che non sanno dare risposte alle centinaia di migliaia di disperati in fuga dal caos al di là del Mediterraneo. Lo ricorda al premier David Cameron, intransigente paladino della chiusura a ogni aiuto.

El Pais parla di «simbolo del dramma nell'Egeo». «Immagini scioccanti» della «tragica epopea dei rifugiati», scrive The Guardian. Il Mail online sceglie di sgranare l'immagine. Per l'Huffington Post Gb
questa è «la guerra siriana in una foto».

The Telegraph titola :«L'immagine del bambino siriano morto cattura la tragedia umana della crisi dei migranti». Perfino Twitter cambia linguaggio, e c'è chi scrive «preghiamo per la sua anima innocente. Ogni giorno siamo impotenti di fronte a questo».

Ieri un'altra foto aveva fatto il giro del mondo. Quella di una turista greca a bordo di una barca che stringeva a sè un profugo siriano salvato dopo 13 ore di mare non lontano da Kos.

Il piccolo di oggi non è stato cosi fortunato. È uno degli 11 migranti siriani annegati mentre tentavano di raggiungere, a bordo di due imbarcazioni, l'isola greca di Kos, la porta più vicina dell'Europa e di una speranza inseguita a qualunque costo. Erano partiti da Akyarlar, poco lontano da Bodrum, e a soli cinque chilometri di mare da Kos. Troppi per la salvezza.


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