Il Centro oli arriva al consiglio comunale di Chieti

Nella seduta di stamane a Palazzo d'Achille

30 Giugno 2008   10:45  

Approda anche nel consiglio comunale di Chieti, in seguito all’ordine del giorno dei consiglieri comunali Viani e Di Paolo, il caso del Centro oli che dovrebbe nascere a Ortona. Dopo i dibattiti nelle aule consiliari di San Giovanni Teatino e di Frisa oggi alle 9.30 il problema sarà trattato durante l’assemblea convocata per questa mattina alle ore 9.30 dal presidente del consiglio comunale Enrico Raimondi.
Tanti i punti all’ordine del giorno, ma il problema più scottante da affrontare, sarà sicuramente quello dell’impianto di primo trattamento a Ortona. Si procederà poi con l’approvazione dei verbali della seduta del 3 giugno e con l’ascolto delle interrogazioni del capogruppo di Alleanza nazionale Mario Colantonio e del consigliere Umberto Di Primio. Continuano, intanto, timori, paure e dissensi tra i cittadini ambientalisti e non, soprattutto in seguito alla diffusione del documentario shoc, intitolato “Il ritorno di Attila”, realizzato dal regista Antonello Tiracchia. Famoso documentarista, nato in Sardegna ma di origine abruzzese, Tiracchia afferma di non essere un ambientalista ma un “tranquillo consumatore” seriamente preoccupato ed indignato per la scarsa attenzione politica e mediatica riservata all’insediamento petrolifero di Ortona. “ Il Centro oli è una raffineria, per la idrodesulfurizzazione del petrolio, un’attività tra le più pericolose, inquinanti e devastanti per il territorio e la salute dei suoi abitanti”, afferma lo stesso regista nelle prime battute del suo documentario. E non è affatto l’unico, tra gli addetti ai lavori a pensarla in questo modo. Andrea Ledda, ricercatore dell’ università dell’Aquila, ha infatti dichiarato che si tratta di un “progetto scellerato, partorito da qualche mente malata, realizzato in un momento in cui si sta per abbandonare completamente la produzione di oli”. Ma i dati più scioccanti arrivano dalla testimonianza di Maria Rita D’Orsogna, docente di matematica nella California States university, originaria di San Vito. “ Il Mario Negri sud usa testuali parole, “la tecnologia utilizzata per Ortona è obsoleta”. Il Centro oli di Ortona produrrebbe un petrolio cosiddetto amaro che contiene sostanze impure, tra cui lo zolfo. Il 3,2 per cento è costituito da zolfi. E a Ortona dovrebbe realizzarsi la prima fase di raffinazione della sostanza: la desulfurizzazione, che dopo vari procedimenti immette nell’aria idrogeno solforato, sostanza pericolosissima, che nessuna centralina, nessun controllo, nessun filtro, può impedirne il rilascio. Questa sostanza di 25mila volte più dannosa dell’anidride carbonica, metterebbe a serio rischio la vita di coloro che vivono intorno alle istallazioni, che sarebbero, in questo modo, più esposti a tumori, leucemie e malformazioni fetali, lo conferma, Gianni Belcero, docente - ricercatore dell’università D’Annunzio. Il fronte del No si mostra, dunque, molto popolato, e vede militare tra le sue fila anche l’Arcivescovo di Lanciano – Ortona Carlo Ghidelli. L’arcivescovo, originario di Cremona, in occasione dei festeggiamenti in suo onore, per i suoi 50 anni di sacerdozio, ha confidato ai fedeli le sue preoccupazioni. Il suo pensiero si è rivolto ai giovani, senza lavoro o vittime del lavoro e alla raffineria di Ortona. “Mi preoccupa la questione del Centro oli di Ortona”, ha confessato Monsignore, pensando alle iniziative spontanee nate per bloccare l’arrivo dell’impianto dell’ Eni. Ma Ghedini non annuncia solo parole, ma anche fatti e dice: “ il primo settembre, che la Chiesa ha dedicato alla salvaguardia del creato, come Conferenza episcopale Abruzzo-Molise stileremo un documento ufficiale che spieghi la nostra posizione sul progetto”.

(ip) 


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