''Il Piano Sanitario Regionale non può più attendere''
Bisogna predisporre subito il Piano Sanitario Regionale. I dati diffusi dall’ISTAT confermano la necessità per la regione Abruzzo di dotarsi in tempi rapidi di un Piano regionale sanitario che sappia definire un sistema diffuso di tutela e prevenzione della salute e una rete di emergenza –urgenza adeguato alla necessità del territorio.
I consiglieri regionali del PD Giovanni D’Amico, Claudio Ruffini e Marinella Sclocco lo affermano nella lettera inviata alla Presidente della V. a Commissione Consiliare perché convochi in commissione il Commissario ad Acta per la Sanità, Chiodi, ed il sub Commissario, Zuccatelli, per definire tempi e modalità per l'approvazione del nuovo Piano Sanitario.
La chiusura di molti presidi ospedalieri, da un lato non ha costituito il presupposto per la riduzione dei costi della sanità ospedaliera e dall'altro drena risorse dagli investimenti nella prevenzione e nella medicina territoriali che, oltre che sulla spesa, incidono nel determinare la qualità dell’assistenza e delle prestazioni.
Pur con le misure di legge sulla ridefinizione dei tetti di spesa per il 2012 che prevede un presunto taglio di 14 milioni alle cliniche private, la spesa ospedaliera è quella che incide negativamente sul valore della spesa sanitaria pubblica.
E’ evidente a questo punto – concludono i consiglieri del PD – che solo potenziando la prevenzione, la medicina territoriale e la rete di emergenza/ urgenza, oltre che la residenzialità sanitaria, è possibile intervenire sulla spesa ospedaliera. Va fatto subito, predisponendo il nuovo Piano sanitario che sia in grado di garantire una più elevata qualità del servizio e di tenere sotto controllo il rapporto costi/qualità dei livelli di assistenza.
Ma oltre all’aspetto tecnico auspichiamo un confronto aperto con il Commissario e le altre forze politiche ( confronto troppo a lungo negato) nella stesura del Piano sanitario perché esso sia anche la risposta alle esigenze vere dei cittadini abruzzesi che hanno visto il loro sistema sanitario sgretolarsi ed impoverirsi, costringendoli a trasferte fuori regione o ad un’assistenza non sufficiente''
