Il governo alla fase "due" nel dopo Cortina: colpire i privilegi e favorire la concorrenza

09 Gennaio 2012   12:47  

Cortina d'Ampezzo non rimarrà isolata, il blitz quasi cinemtografico della Finanza nella località più vip tra le vip, non sarà un una tantum. A dichiararlo è stato il direttore generale dell'Agenzia dell'Entrate, Attilio Befera. L'azione spettacolare, anche simbolica, di Cortina è stata apprezzata dal premier Mario  Monti, che seppur indirettamente difende "uomini e donne della Guardia di Finanza" e spiega il suo modo d'intendere l'espressione “mani in tasca agli italiani”. "Non mi ha mai persuaso e comunque è incompleta per indicare la tassazione – ha detto Monti- perché ci sono altri atti di mani che entrano nelle tasche degli italiani: sono gli evasori".

E in onda su Rai tre, ospite della trassmissione di Fabio Fazio “che tempo che fa” commenta ancora :"Penso che operazioni come quella di Cortina possano avere un significato nell’ambito di una lotta seria all’evasione fiscale". Ma poi vuole precisare la sua posizione: "Bisogna rispettare la ricchezza che è un valore a condizione che sia il risultato di un merito, di uno sforzo produttivo e di talento".

Sulla strada della lotta all'evasione fiscale Monti intendere continuare ad agire. Intanto Befera torna su Cortina: "Se i controlli li abbiamo fatti a Cortina non è per un pregiudizio verso qualcuno ma perché sapevamo, segnalazioni alla mano, a cosa andavamo incontro". Quindi controlli "se ne faranno ancora" e "gli italiani devono decidere che cosa vogliono" e continua "È necessario incutere un sano timore" in chi evade il fisco  e oprazioni come quelle svolte a Cortina d'Ampezzo sono un "deterrente per far sapere che l'Agenzia lavora e scoraggiare gli evasori".

Intanto Monti parla già di fase due "Nella fase due" del governo ci sono "equilibrate e pragmatiche, ma non timide, liberalizzazioni": "ogni settore - spiega il primo ministro - dà il proprio contributo che è più equo se avviene in regime di libera concorrenza". Il governo intende colpire "privilegi e rendite di posizione", che "spesso" sono nati "a seguito di provvedimenti pubblici del governo centrale o dei governi locali che mantengono inciampi al gioco della concorrenza del mercato".


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